La storiella della Ricerca del Tesoro Indescrivibile
Un giorno, un essere umano ricevette in eredità una Storia, e una Mappa di un Tesoro Indescrivibile.
Questo essere umano, dopo qualche tempo, giudicò improbabile questa eredità così favolosa, e la regalò deluso ad un altro essere umano, lieto di liberarsi di un fardello che non faceva che infastidirlo e turbare la sua quiete; un fardello che per lui non aveva più senso, e forse non ne aveva mai avuto.
Del resto, per arrivare al Tesoro, il viaggio descritto dalla Mappa era lungo, e pieno di raggiungimenti e tappe intermedie senza le quali non era possibile proseguire appropriatamente. Perchè mai rischiare, pensava questo essere umano. E se poi il lungo viaggio non mi porta da nessuna parte? Se non ne ricavo nulla? Tutta questa fatica per che cosa?
Era un uomo? Era una donna? Non ha importanza.
Accadde un fatto curioso. L’essere umano che ricevette in regalo la Mappa, e la Storia del Tesoro Indescrivibile, ci credette totalmente. E si coinvolse in pieno nella Ricerca. Non temeva di non trovare nulla. Accettava il rischio come fatto naturale del Vivere. La sola lettura della Storia, il solo osservare la Mappa erano per questo essere umano fonte di entusiasmo e di desiderio di procedere oltre l’ultima collina, di esplorare nuovi orizzonti, di vivere l’avventura straordinaria che si dipanava come mito di fronte ai suoi occhi. Voleva vivere nella sua Vita le possibilità che la Mappa indicava. Voleva scoprire se davvero il Tesoro Indescrivibile era una realtà.
E così, camminando, ma correndo mai, questo essere umano percorreva la Via che la Mappa dispiegava davanti a lui.
Era un uomo? Era una donna? Non ha importanza.
Scalò montagne e scivolò su fiumi. Imparò e si avvolse nel Silenzio del Deserto e delle cime innevate. Abbracciò il calore del Fuoco, con i suoi compagni e nei suoi momenti di riposo. Imparò e utilizzò più lingue. Dovette spingere costantemente oltre i limiti del suo conosciuto ogni talento che possedeva, e dovette creare e spingere costantemente oltre i limiti anche facoltà che credeva di non avere. Si sforzò incessantemente di resistere, e di ascoltare quieto senza credere mai, alle voci dentro la sua Mente di Superficie, che gli parlavano di inganni, di indulgenze, di finire. Viaggiò dove la Mappa lo portava, e conobbe il Mondo, i suoi Misteri, la sua incommensurabile e maestosa meraviglia, ed imparò ad amare questa Terra meravigliosa che si prendeva cura di lui, e dei suoi compagni esseri umani, in mille e mille e mille modi, così evidenti, così nascosti, così invisibili agli occhi di chi non sa meravigliarsi più della natura miracolosa del Mondo.
Infine, giunse al luogo che la Mappa indicava. La Ricerca lo aveva reso un essere umano fiero, forte, felice, carico di esperienze, responsabilità e ricordi memorabili. Quante avventure! Quanti tramonti memorabili! Quante albe lo avevano visto già in azione, percorrendo i sentieri del mondo in armonia e forza!
Ed infine eccolo, il luogo. Il Tesoro Indescrivibile. Esisteva, infine!
Vi era un ultimo antro da varcare. Qualcuno, dalle profondità di un tempo immemorabile, come Guardiano sulla Soglia dell’Eternità, aveva scolpito sulla pietra sopra il varco Nosce Te Ipsum.
Questo essere umano superò l’ultimo varco, entrò, vide, e cadde in ginocchio, pieno di gratitudine, pieno di lacrime di meraviglia, di commozione, di gioia, di liberazione.
Nel luogo esatto indicato dalla Mappa, il Tesoro Indescrivibile era uno specchio.
E a terra, giaceva un piccolo libretto. Ed una Mappa.