Il viaggiatore immaginario
Un numero imponente di strumenti sono attualmente a disposizione di tutti gli esseri umani che sono in Viaggio verso le Sacre Terre della Verità, per supportarne il cammino, sorreggerne le realizzazioni, sostenerne gli inevitabili cedimenti.
Tuttavia, questa imponente serie di possibilità a disposizione di tutti noi, eredità e conseguenza della fase dell’Apertura dei Sigilli nella quale ci troviamo, non deve certo cullarci come ninna nanna nel limbo del sonnambulismo nel quale in generale permaniamo soddisfatti. Gli strumenti ci sono dati per essere usati, non per pensare di usarli, nè per credere di averne afferrato il meccanismo, nè per accarezzarli uno ad uno in sequenza e poi passare oltre, senza esserci nemmeno per un attimo soffermati sulla sacralità della loro funzione.
Per esempio, come ben sa chi ha intrapreso davvero il Sacro Viaggio verso il Vero Sè, assai frequentemente i ricercatori interiori pagano anni di dazio nelle lande del lavoro immaginario, cioè anni passati a credere di avanzare quando in realtà stanno camminando sempre nello stesso punto.
Accorgersi in sè stessi di essere da chissà quanto tempo un altro dei viaggiatori immaginari è una realizzazione che deve trovarci pronti a fronteggiarla, se mai dovessimo scoprirlo. Perchè se da un lato tale realizzazione non può che essere impregnata di sensazioni ed emozioni al limite tra il doloroso ed il necessario, dall’altro essa porta comunque con sè il dono di una Saggezza da condividere. Al fine di aiutare ad uscire il prima possibile da questo pericolosissimo circolo vizioso qualcuno degli altri genuini ricercatori interiori che sono intorno a noi, e si accorgono di esserci finiti dentro. Al fine di piantare in essi un seme di conoscenza che possa aiutarli, quando davvero germoglierà, a riprendere nella giusta direzione il lungo cammino ancora da compiere.
Come riconoscere questa pericolosissima situazione, dunque? Ecco tre sintomi inequivocabili.
Il viaggiatore immaginario è in balia degli strumenti che usa. Gli strumenti sono più importanti dell’obiettivo per cui li sta usando, che peraltro spesso non gli è nemmeno noto con chiarezza. E’ così attaccato a questi strumenti che è pronto a sostenere un confronto con chiunque sulla loro validità oggettiva, confronto che può anche renderlo veemente, seccato e non ricettivo. E’ così attaccato ai suoi strumenti che non riesce più a lasciarli, nemmeno quando hanno esaurito la loro funzione.
Il viaggiatore immaginario è conseguentemente convinto che ha la ragione dalla sua. Più o meno consapevolmente, interagisce con altri esseri umani suoi compagni partendo dal presupposto che lui/lei ha capito davvero, gli altri no.
Il viaggiatore immaginario è prigioniero delle sue emozioni. Ciò che prova, e i pensieri su ciò che prova, lo sballottano di qua e di là a loro piacimento come un burattino, e lui/lei non riesce a farci nulla. Anzi, può arrivare persino a chiamare questa cosa libertà personale, pur di assecondarla da bravo soldatino.
Tali sintomi sono il corollario di un assioma ben preciso. E cioè che il viaggiatore immaginario sta continuando ad alimentare il suo ego nella convinzione di accrescere la propria Consapevolezza.
Non c’è uno solo di questi sintomi che io non abbia conosciuto personalmente e da vicino. E non è davvero cosa piacevole. Perchè rimanere dentro stati di essere come questi non solo non è funzionale, non solo ci deruba di una immensa quantità di Energia, ma ci dà l’illusione di avanzare, davvero l’illusione di avanzare, quando in realtà siamo sempre nello stesso punto. Lo stesso meccanismo inerziale al servizio di un sovrano di carta velina. Un sovrano che si prende tutto, anche il caffè, come ci suggerisce saggiamente Franco Battiato.
Prendetevi il tempo di osservare il vostro viaggio con attenzione. Se cogliete barlumi di sintomi come questi, intervenite ora, senza indugio, illuminateli, con tutta la Luce della vostra Consapevolezza. Illuminateli ora, e riassorbiteli completamente. Non permettete che trascorra ulteriore tempo senza la vostra implacabile osservazione del loro manifestarsi.
La nostra più grande arma è osservare. Null’altro. Osservazione disciplinata, persistente, amorevole, accogliente, distaccata.
Potremmo dire Osservazione Implacabile.
E conosceremo altri bagliori di Verità su noi stessi.