Contrasti di Consapevolezza
“E’ chiaro che la scintilla divina in noi si esprime in questo modo, non certo come va suggerendo quel tale…”
“Ma ancora non hai capito che l’essenza ha queste caratteristiche e queste evidenti manifestazioni?”
“Questa pratica di meditazione porta questi benefici, quelle che fate voi non riesco proprio a capire come facciate a seguirle!”
“La mia Via, che fortuna, è la Via. Gli altri sbanderanno, se ne andranno in giro per un pò, e poi torneranno qui all’ovile…”
Incontro spesso, nel mio girovagare silenzioso nella Rete e nel Mondo, luoghi e situazioni dove emergono pensieri ed espressioni simili a queste. Incontro spesso spazi in cui una espressione che tenta di risuonare fuori dal coro viene emarginata se non rimossa, perchè vissuta come minaccia, o come questione che non s’ha da sollevare.
In qualsiasi spazio umano meccanico questo è normale, perchè il diverso rappresenta sempre una potenziale minaccia di morte di una qualche struttura interiore saldamente avvinghiata alla nostra Energia. Quello che mi colpisce, e che mi fa riflettere, è l’espressione di queste dissonanze in un contesto in cui la Consapevolezza e la Crescita Personale sono, o dovrebbero essere, elemento fondamentale e costitutivo; perchè questo mi testimonia con chiarezza che chi proietta queste dissonanze all’esterno è pilotato da meccanismi reattivi e depotenzianti che non desiderano ancora essere smascherati, nonostante le sue parole di facciata sventolino fiere i vessilli della Consapevolezza.
Si parla di Consapevolezza, ma non si è Consapevolezza. Si sa qualcosa, ma non si ha Energia sufficiente per essere questo qualcosa che si sa.
Ma è sensatamente possibile, o utile, o creativo, soffermarsi e confrontarsi sulle modalità con cui la Consapevolezza deve o dovrebbe esprimersi in ogni essere umano? E’ davvero sensato credere che la Consapevolezza debba esprimersi nello stesso modo in miliardi di individualità? Ha davvero importanza, per noi, se un altro essere umano percorre un altro sentiero che ai nostri occhi sembra una pura fesseria? Agli occhi e all’opinione di che? Chi siamo noi, per stabilire i parametri del cammino per un altro essere umano?
Il mondo non è bianco e nero. Esistono poesie che non fanno rima. Esistono eventi e situazioni orchestrate da qualcosa che va oltre l’umano desiderio di sottomettere al suo controllo ogni cosa. Esiste oblio e fortuna, settimane di meditazione ed improvvisi lampi di intuizione. Esistono tante Vie quante sono le stelle del Cielo Infinito.
Purchè tra esse, tra le miriadi di luminescenti possibilità, noi si abbia il coraggio di sceglierne e percorrerne Una, fin dove essa ci porterà. Non solo per qualche mese, il tempo di manifestare un bel collier di diamanti ad uso e consumo di forze interiori di cui non conosciamo nè nome nè scopo.
Questo è quello che fa la differenza. Non questionare sulla giustezza delle pratiche e delle libere affermazioni di qualcun altro. Non tentare di dare forza al proprio cammino sminuendo o svilendo quello altrui. Del resto, se un essere umano ha trovato la sua Via, quella che lo rende felice e fiducioso ad ogni passo, quello che lo fa sentire di stare imparando, di stare crescendo, ha davvero tempo da perdere andando a questionare sulla strada degli altri?
Forse il contrasto di vedute che proiettiamo sugli altri non è altro che una espressione dei nostri dubbi, dei nostri timori, della nostra fede che vacilla. Forse non siamo altro che noi stessi, ad essere in dubbio e divisi interiormente con la nostra strada. Forse noi e la nostra Via non siamo una cosa sola, così andiamo a combattere o a dare fastidio a chi invece è, o sembra essere, ciò che noi vorremmo per noi stessi.
Proiettare è meccanica. Vedere è Consapevolezza.