Giudizio, critica, lamento. La fine. Parte II
La critica, questa meravigliosa pulsione automatica intellettuale. La trovate ovunque, perchè è la figlia del giudizio, e come tale procede al suo braccio. Critica positiva. Critica negativa. Purchè si possa esprimere il nostro giudizio in pace, libertà, e in assoluta convinzione di essere i depositari della Verità Suprema, che l’Infinito ci ha regalato personalmente per i nostri immensi meriti.
Parlare di ciò che si sa. Tacere, ed essere aperti, nei confronti di ciò che non si sa. Questo è un lavoro titanico, perchè noi parliamo di qualsiasi cosa come fossimo radioripetitori. Non so quante migliaia di volte la Consapevolezza si è abbattuta su di me come un Falco Bianco meraviglioso, mostrandomi che stavo letteralmente ripetendo parola per parola, in un colloquio con un conoscente, il titolo di un giornale che avevo letto poche ore prima, per di più di sfuggita, relativo ad un argomento da me praticamente ignorato. Non so quante migliaia di volte mi sono osservato difendere o attaccare posizioni create da emozioni estemporanee di giudizio, senza che della situazione ne sapessi poco più di niente. E con che dovizia di argomentazioni! Ero letteralmente un esperto del nulla. Uno spettacolo.
Parlare solo di ciò che si sa è un lavoro titanico, perchè in breve tempo si comprende che in pratica dobbiamo stare solamente in silenzio. Naturalmente, stare in silenzio nel solito nostro contesto di amici e parenti vari può essere devastante, perchè improvvisamente, da che eravamo i mattatori delle serate, o quei gran simpaticoni, potremmo diventare dei tranquilli e silenziosi ascoltatori, che davanti a frasi come “ma non vedi questo come è così o cosà“, rimaniamo così, senza parole, in osservazione della situazione e dello sguardo torvo del nostro presunto amico/a, che tra breve ci toglierà la parola perchè non ci siamo schierati immediatamente con lui/lei, come eravamo soliti fare.
Parlare di ciò che si sa è suprema impresa di Consapevolezza. Chi si avventura in questo reame in genere resiste poco più di due secondi, perchè il risultato della non espressione di giudizio e critica è, in generale, la fine delle nostre presunte amicizie, o la ridefinizione delle stesse su basi energeticamente più armoniose e costruttive, naturalmente per l’essere umano che ha posto la Consapevolezza al comando della sua esistenza. Dato che questa responsabilità atterrisce, perchè perdere i nostri legami umani viene vissuto come un qualcosa di distruttivo per la nostra integrità, la soluzione più semplice e veloce è il ritorno nella nostra nicchia. Deve aver avuto qualche problema in casa o con quel … del suo partner, penseranno i nostri amici che ora ci vedono di nuovo come eravamo.
Chi resiste, invece, forgia letteralmente attraverso la sua Consapevolezza un nuovo modo di interagire con il Mondo tutto, amici, conoscenti, parenti. Un Mondo in cui la parola impeccabile è un comando, e il silenzio un’affermazione. Un Mondo in cui parlano le azioni, e le ciance sono lasciate agli altri. Un Mondo di Bellezza, di Integrità, di Coscienza. Un Mondo in cui non c’è nulla da criticare, ma tutto da apprezzare, incoraggiare, sostenere, e lasciare libero di essere ciò che desidera.
E’ facile? Scordatevelo. E’ uno sforzo quotidiano, resistendo a pulsioni automatiche, resistendo a meccanismi radicati, resistendo alle pressioni di altri esseri umani, dei media, dello spirito del tempo, che potrà durare anni su anni.
E’ sempre stato così, e non c’è nulla che noi si possa fare che non sia procedere, un passo alla volta, con tenacia e fiducia.
Perchè stiamo forgiando qualcosa di nuovo, qualcosa di meraviglioso. Stiamo tornando all’Infinito. Stiamo tornando a Casa.