Lavoro, Tempo, Fede
E’ una immagine che spesso è rappresentata nei termini di un Cammino. Un Cammino che ha una meta precisa, senza la quale non sarebbe altro che un girovagare incomprensibile ed inconcludente. E’ lo scopo, il suo scopo supremo, che trasforma un incedere casuale in un avanzare deliberato. E’ lo scopo, il suo scopo supremo, che trasforma un Cammino nella meta che incarna, indipendentemente da quale sia il passo di questo momento.
E’ una immagine che raramente viene realizzata dagli esseri umani, ipnotizzati nel credere e sostenere un mondo che funziona in maniera contraria alle Leggi Universali. Una volta stabilita la meta, è il Cammino l’unica cosa che conta, non il risultato. E’ il Cammino il processo che trasforma tutte le ottave ascendenti in Energia, non la meta. E’ il Cammino che trasforma l’essere umano, non la targhetta del risultato.
Il Cammino che trasforma un essere umano in uno sfolgorante ed impeccabile strumento di Dio si sostiene e può proseguire solo attraverso il Lavoro. Un Lavoro Interiore incessante, profondo, delicato ma spietato, paziente ma senza tregua alcuna. Questa è cosa che è sempre bene ripetere e ribadire: si chiama Lavoro Interiore, non week end al mare di trattamento libri di benessere. Si chiama Lavoro perchè il suo scopo è trasformare un essere umano in glorioso strumento di Dio, e molteplici forze si oppongono a questa trasformazione. Si chiama Lavoro, perchè occorre creare qualità interiori di carattere superiore a partire da un tessuto sottile sfibrato e danneggiato, che molto, molto spesso è stato compromesso da anni di abusi psicologici e persino fisici, perpetrati ai nostri danni da altri esseri umani e da noi stessi. Si chiama Lavoro, perchè se non è sostenuto da un inflessibile intento, diventa cafetani svolazzanti che continuano ad imbarbarirsi per eventi esterni, o che continuano a lamentarsi di cose esteriori verso le quali non hanno il coraggio, nè l’Energia, per assumersene la totale Responsabilità.
Lavoro Interiore, dunque. Ma il fatto che sia incessante non deve consentire in alcun modo l’insorgere in noi stessi di uno dei demoni interiori più pericolosi: la fretta. L’ansia di ottenere un qualche risultato. E il conseguente autogiudizio di condanna quando questo risultato non arriva.
Tutte le cose che hanno un valore superiore, tutte le cose belle, tutte le cose vere, necessitano di tempo. Del loro tempo peculiare, dello spazio-tempo necessario al loro compiuto dispiegarsi. Di un tempo che con estrema probabilità sarà del tutto in antitesi con le previsioni della Mente di Superficie, che ovviamente prevede senza una nostra deliberata richiesta con stime temporali ridicolmente ridotte, al solo scopo di creare emozioni di inadeguatezza per il mancato raggiungimento di questo presunto obiettivo.
Proviamo a riflettere. Quanto tempo può occorrere, in noi stessi, per radicare la Qualità Superiore della Pazienza? Forse che la Pazienza può essere programmata? Si può forse scrivere sulla nostra agenda “oggi dieci minuti di pazienza“? Si può stilare un programma settimanale, un training di allenamento alla pazienza, due ore ogni tre giorni?
No. La Pazienza, così come ogni altra Qualità Superiore, è un Comando Deliberato, che può radicarsi e divenire nostro patrimonio inattaccabile se e solo se è realizzato dalla totalità di noi stessi. Non basta capire la Pazienza a livello intellettuale. Non basta seguire fascinazioni emozionali momentanee. Occorre il Lavoro. Un Lavoro Interiore che incessantemente stimoli i Veicoli fisico, mentale ed emozionale a percorrere per intero l’ottava ascendente che porta alla realizzazione della Pazienza, e solamente quando l’intera totalità di noi stessi avrà realizzato la Pazienza, allora il Lavoro sarà compiuto, rendendoci pronti ad un nuovo processo di evoluzione rispetto a questa facoltà.
Questo è il motivo per cui il Lavoro Interiore non può essere legato alla fretta di ottenere un risultato. Più si ha fretta di ottenere qualcosa, più questo qualcosa ci sfuggirà. Più si ha fretta di ottenere qualcosa, più la nostra fiducia naturale verrà minata dalle forze che si oppongono alla nostra trasformazione, quando questo qualcosa non arriverà nei tempi che volevamo. Ogni cosa di valore necessita di un tempo specifico, proporzionale a questo valore, che noi a priori non conosciamo. Se non glielo concediamo, tutto quanto è necessario, diventa una illusoria corsa del sorcio, che crede di aver percorso chilometri, che crede di aver corso per anni, e invece è sempre nello stesso punto.
Se dunque al Lavoro togliamo ansia e fretta, e dunque l’accontentarsi di risultati parziali, che cosa può sostenerlo in maniera efficace in tutto il tempo necessario? La Fede. La Fede nel risultato che sicuramente raggiungeremo, indipendentemente dal tempo che ci sarà necessario.
Realizzerò la Pazienza? Sì. La realizzerò perchè io ho Fede. Fede nel processo, intrapreso e compiuto da miriadi di esseri umani prima di me, e dunque a me perfettamente accessibile. Fede e fiducia in me stesso, e nelle mie capacità di poter fare fronte ad ogni cosa in serenità e sublime efficienza. E’ in questo modo che la Fede trasforma il Cammino in un gioioso e vivace incedere verso la meta: si tratta di Essere sempre più profondamente qualcosa adesso, non di fare più in fretta per arrivare ad Essere qualcosa nel futuro.
La Fede non è credere ad un ipotesi. La Fede è sapere. La Fede è sapere in maniera inequivocabile che noi arriveremo dove ci siamo prefissi. La Fede non è altro che il nostro inflessibile intento di procedere, sapendo che se i nostri sforzi saranno puri, equilibrati, consapevoli, deliberati, non potremo mai fallire. La Fede è sapere che noi siamo parte attiva del Piano di Dio, che l’Infinito ci ha reso eredi della Sua Abbondanza e della Sua Consapevolezza, tutti noi, e che dunque possiamo fare fronte ad ogni cosa perchè siamo aiutati e sostenuti dalla Luce. La Fede è persistere nel Cammino quando la mente dice che è tutto inutile, che non si vede nulla. La Fede è non desistere mai, ed essere sempre pronti ad ogni cosa.
Che cosa, amici, ditemi, che cosa può opporsi ad un essere umano che ogni secondo della sua esistenza lavora interiormente per migliorarsi, al di fuori di ogni ansia temporale da risultato, e con una Fede nell’Infinito che lo ha generato che non conosce cedimenti? Che cosa può trattenere dal potere di realizzare qualsiasi cosa un essere umano che ha dalla sua la forza del suo Lavoro Interiore, la calma che scaturisce dal procedere senza fretta ma senza tregua, e la certezza di raggiungere il suo scopo alimentata dalla sua Fede?
Lavoro. Tempo. Fede. Grazie, Maestro Deunov. Grazie, Maestro Aïvanhov.