Intento e Attenzione
L’Intento e l’Attenzione sono due forze molto potenti nell’insieme delle possibilità percettive ed esplorative di un essere umano.
A livello intuitivo, siamo senza ombra di dubbio tutti in accordo con l’importanza che rivestono queste due forze nella creazione di una Vita straordinaria. Nel pratico, ci imbattiamo costantemente nella polarità opposta, in un modo di utilizzare queste due forze che è esatto opposto di come andrebbero focalizzate. Curioso, non è vero? Il mondo esprime decisioni e comportamenti esattamente polari a quelli che persino il comune buon senso suggerirebbe. Non sottovalutate il potere delle ottave discendenti. Nè la Legge del Ritmo.
Un essere umano che conosce queste due forze solo di nome ( forse ), le utilizza in genere in maniera dissociata, inconsapevole e casuale. Là dove è il suo Intento, non c’è la sua Attenzione. L’Attenzione, a sua volta, non c’è perchè è letteralmente prosciugata da casuali associazioni elettrico-neuroniche nel suo cervello, che creano una realtà virtuale che si sovrappone costantemente alla Realtà. Quando poi l’Infinito crea nuove situazioni, nuovi eventi a cui fare fronte nella Realtà, allora l’Intento e l’Attenzione possono mettersi in risonanza come risposta all’evento, ma ci restano molto poco, solo fino a quando non ci si riassesta il più velocemente possibile nel vecchio equilibrio conosciuto, e l’Intento se ne va di nuovo da un’altra parte rispetto all’Attenzione. E tanti saluti.
Questo scenario è ciò che possiamo trovare spesso descritto come Legge dell’Accidente. Ci sembra di aver deciso, invece abbiamo risposto. Ci sembra di aver focalizzato, invece stiamo dormendo. Della grossa.
Una prima riflessione potrebbe suggerirci che l’Intento e l’Attenzione siano fondamentalmente sinonimi, ma non è affatto così, come poi la Presenza ci permette di dirimere in noi stessi. Sono due forze meravigliose, che possono agire in risonanza di fase, che possono agire in maniera coerente, come un intreccio di corde che è ben più della somma della resistenza della singola parte. Ma sono due forze distinte.
Un essere umano che sta lavorando interiormente sulla sua Presenza, conosce sempre più profondamente le forze dell’Intento e dell’Attenzione, perchè in un certo senso le corteggia. Le invita a mostrarsi. Le chiama a manifestarsi. Le osserva dispiegarsi in sè. Ne misura i risultati. Lavora per portarle sotto il suo cosciente controllo. Mentre magari se ne siede placidamente in metropolitana, guardando fuori da un finestrino scuro. I prodigi della Legge del Mistero.
E così, ciò che prima era dissociato, inconsapevole e casuale diventa lentamente collegato, cosciente e causale, in un continuo lavoro sottile fatto di osservazione, misurazione e verifica interiore. Là dove l’Intento viene posto, viene portata deliberatamente l’Attenzione, o meglio, viene invitata a rimanervi in risonanza. Questo processo toglie letteralmente carburante alle associazioni casuali elettrico-neuroniche del cervello, perchè l’Attenzione non le alimenta più, essendo posta altrove; certo, queste associazioni restano, ma semplicemente perdono Energia e si attenuano, vanno in sottofondo, come il flebile rumorio di una radio sintonizzata sul nulla. E così, quando l’Infinito crea nuove situazioni, nuovi eventi a cui fare fronte, allora l’Intento e l’Attenzione si muovono insieme in eleganza, sintonia e risonanza per garantire il miglior risultato possibile come risposta, ma poi tornano con serenità e distacco là dove esse erano state poste prima, in risonanza di fase. In coerenza, potremmo dire.
Questo lavoro di collegamento, di accordo, come tutti i processi interiori, non va mai condotto forzando, nè va mai protratto oltre l’equilibrio del momento. Come tutti i processi interiori di riconfigurazione, è un lavoro tenue, invisibile, silenzioso, costante, come la crescita di una pianta. Non è una gara, e il tempo non è l’unità di misura. E’ il procedere ciò che conta, non la meta, perchè la meta altro non è che l’espressione del procedere: non esiste meta, senza i passi compiuti per raggiungerla.
Accordare l’Intento all’Attenzione significa creare. Creare una Realtà come figlia del principio Yang dell’Intento e del principio Yin dell’Attenzione. Creare una Realtà come espressione cosciente, invece che casuale, dell’unicità di ciò che siamo nel profondo.
Creare. Una delle nostre più sublimi capacità. Non sarebbe meglio esercitarla in maniera deliberata?