Quattro pilastri angolari sulla Via del Risveglio
Gli insegnamenti della tradizione mesoamericana tolteca di Crescita Personale sono di natura estremamente pragmatica.
Gli apprendisti di questa tradizione lavorano duramente in sè stessi per raggiungere una condizione interiore che definiscono Libertà Totale: ovvero, in termini semplificati, una condizione interiore in cui non c’è più nessuna credenza e nessuna convinzione che àncora e condiziona la percezione dell’Energia dell’Universo.
La Via dei Toltechi, ovvero la Via percorsa in due lignaggi differenti da Carlos Castaneda e da Miguel Ruiz, è una Via sciamanica. E’ una Via che conduce gli apprendisti alla percezione prima, e alla manipolazione deliberata poi, di campi energetici che non sono accessibili all’essere umano comune. Questi campi energetici sono letteralmente altri mondi, dove lo sciamano è in grado di accedere e possiede Energia sufficiente per agire attivamente.
Avere accesso a questi mondi altri non equivale necessariamente al Risveglio, ovvero alla condizione interiore in cui esiste una Coscienza di Sè permanente in grado di restare separata dalle sue percezioni, e dunque dare una terza dimensione di profondità all’intero scenario. Tuttavia, è molto, molto interessante notare, e poi inserire nel bagaglio della propria esperienza, come gli strumenti e gli insegnamenti trasmessi agli apprendisti toltechi siano pienamente compatibili con gli strumenti e gli insegnamenti trasmessi agli apprendisti delle varie Scuole di Risveglio (quelle vere) agenti in questo momento su questo nostro meraviglioso pianeta Terra.
Per esempio, fin dal primo giorno del loro ingresso in questo incredibile nuovo campo di possibilità, gli apprendisti toltechi vengono immediatamente invitati a costruire in loro stessi una serie di stati interiori ben precisi. Stati interiori, attitudini, che sono esattamente quelli che un Viaggiatore sulla Via del Risveglio dovrebbe essere invitato a coltivare fin dal giorno zero del suo viaggio.
Con timore reverenziale, consapevole di andare in guerra,
con rispetto, e completa fiducia in sè stesso.
Andare alla Conoscenza o andare in guerra in condizioni diverse da queste è un errore,
e chiunque lo commetta se ne pentirà per il resto della Vita.
Quando queste parole mi raggiunsero la prima volta, le trattenni in me come una risonanza poeticamente romantica di un mondo immaginario e fantastico. Mi sembravano parole pronunciate per incoraggiare ed incitare grandi Cavalieri immaginari sulla Via di Gerusalemme, molto poetiche, ma assai poco utili nel contesto della vita ordinaria. Ma di quale guerra si può mai parlare nella Vita quotidiana, pensavo. Beata ingenuità.
Eppure, non le persi. Sono rimaste in me comunque, come eco che non si sopisce, a volte facendo di nuovo capolino improvviso tra le onde di un Silenzio disciplinato e continuo. Emergono così, inattese ed improvvise, da un nulla apparente, da quelle meravigliose insondabili profondità che ben conosce chi costantemente in esse si avventura ogni giorno, con curiosità e perenne meraviglia.
Con il trascorrere degli anni, queste parole hanno via via perduto il loro aspetto poetico romantico. La Forgia dell’Essere, incendiata dall’esperienza, le ha progressivamente trasformate in un insegnamento ben più pragmatico, del tutto in linea con la Conoscenza tramandata e trasmessa dai Toltechi. Non si tratta di un semplice messaggio di incitamento, o di una immaginifica evocazione poetica astratta. Si tratta di un insegnamento fondamentale. Un’altra di quelle piccole perle che dovrebbero essere trasmesse immediatamente e senza indugio a tutti i Viaggiatori che si avventurano alla scoperta di sè stessi: per non trovarsi dopo a dover fronteggiare senza tutti gli strumenti forgiati le conseguenze inevitabili della propria esplorazione interiore. O peggio ancora, per non trovarsi sopraffatti, sperduti e senza difese in luoghi interiori aspri in cui non credevamo e non sapevamo di dover passare.
Timore reverenziale. Noi non sappiamo nulla. Non sappiamo cosa ci aspetta, nè come ci raggiungerà, nè dove dovremo riuscire a passare. Non possiamo iniziare il cammino che ci porta verso ciò che siamo realmente con una leggerezza superficiale che è degna solo del thè delle cinque. E meno che mai, non possiamo iniziare il cammino credendo di conoscere in anticipo quello che avverrà. Perchè camminando, noi lentamente ci disgregheremo. Lasceremo progressivamente sulla Via un mucchio di sciocchezze e di scemenze che non hanno alcuna relazione con quello che noi siamo davvero, e a tutto questo dobbiamo essere preparati da subito, con il giusto timore reverenziale. Stiamo entrando in luoghi di Potere che non abbiamo mai visto prima. Entrarci in leggerezza e superficialità può essere letteralmente fatale al proseguimento del cammino.
Consapevoli. Desti. Svegli. Subito. Dal primo secondo. Esiste un solo, vero, fondamentale esercizio da praticare sempre, senza il minimo indugio, e questo esercizio si chiama Risveglio. Chi è che sta leggendo? Come è la mia postura? Come sto respirando? Dove? Come sono seduto? Che rumori sento? Da dove provengono? Che cosa sento? Cosa mi sta comunicando in sensazioni questo luogo? Non c’è null’altro da dire e null’altro da insegnare. Una volta che si è capito questo, tutto il resto è semplice tecnica accessoria.
Rispetto. Rispetto perchè nel cammino ci troveremo faccia a faccia con svariati Avversari, e anche a questo è bene essere immediatamente preparati. Chi sono questi Avversari? Per esempio, tutte le credenze e le convinzioni che ci dominano. Credenze e convinzioni, ovvero ‘Io‘, che noi abbiamo creato ma che abbiamo dimenticato di aver creato, e che adesso ci dominano perchè siamo divenuti una loro conseguenza. Di fronte a questi Avversari, dobbiamo avere Rispetto, perchè si tratta di Avversari forti, resistenti e profondamente radicati. E’ nel Rispetto che possiamo trascenderli e trasmutarli, mai nella lotta. Rispettando la loro forza, ci prepareremo al confronto nel giusto modo e con il giusto tempo. Se non abbiamo il giusto Rispetto per questo confronto che ci attende, ogni volta che proveremo a farci avanti saremo sbeffeggiati e ricacciati indietro come bimbetti indifesi. Come affrontare il Signore dei Sith con una cerbottana.
Fiducia in noi stessi. La fiducia in noi stessi deve essere costruita dal giorno zero della Via. Perchè se non si comincia dal giorno zero della Via, sarà la Via stessa ad imporre la costruzione di questa fiducia dopo giorni, mesi, e chissà, persino anni di bastonate inevitabili. Non si può rimanere nella Via neanche un giorno se non riponiamo completa fiducia in noi stessi e nella Voce del nostro Cuore. Non è possibile. Se continuiamo sempre a dipendere da qualcuno o da qualcosa, da una concessione esterna, da una condizione esteriore, da una presunta autorizzazione che non arriva mai, fino a quando questo stato interiore permarrà saremo fermi al palo, non importa quanti libri, corsi, tecniche e seminari riusciremo ad assimilare.
Riporre completa fiducia in noi stessi significa avere il coraggio di seguire la Voce del Cuore là dove ‘io‘ non andrebbe mai. Senza questa fiducia, la Via è preclusa. Per questo, la fiducia in noi stessi deve essere costruita dal giorno zero della Via: prima cominciamo, prima realizzeremo che in noi esiste già tutto quello che ci occorre per vivere una Vita straordinaria, degna del nostro destino di esseri umani. Prima cominciamo, prima realizzeremo che siamo nelle condizioni di essere e fare qualsiasi cosa.
Timore reverenziale. Consapevolezza. Rispetto. Fiducia in noi stessi. Non si tratta di esortazioni astratte e roboanti, ma di quattro pilastri angolari efficaci sia nella Via della Libertà Totale, sia nella Via del Risveglio. Perchè arriveranno momenti in cui il timore reverenziale ci proteggerà dal prendere troppo alla leggera il Deserto di Moab; il rispetto ci proteggerà dallo sfidare demoni che sono troppo oltre la nostra Energia del momento; la fiducia in noi stessi ci proteggerà dalle voci di sconfitta, cedimento e incapacità che la mente cantilenerà per farci desistere dal Risveglio. E la Consapevolezza di essere nella Via ci proteggerà dalla tentazione di abbandonarla per ritornare nel nulla.
Non lasciamoci cogliere impreparati, allora. Coltiviamo senza indugio questi quattro stati interiori nel tessuto vigile della nostra esistenza. In ogni passo, in ogni orma del nostro sacro viaggio verso la Riconquista.
Ad maiora!