La Disciplina della verifica ricorrente
Le condizioni di Vita in cui un Viaggiatore si trova non sono mai, mai, argomento da sottovalutare.
La Vita è il mio Specchio è un insegnamento che un Viaggiatore tiene sempre in enorme considerazione, perché è una delle sue ancore di salvezza più potenti e più sincere. E dunque, per cogliere di sè stesso aspetti preziosi, evincere tracce celate alla sua Consapevolezza attuale, e trasformare questi indizi in messaggi utili, il Viaggiatore va a cercarli laddove nessuno, in genere, immaginerebbe di farlo: nel tessuto della sua Vita quotidiana, alle prese con le sue piccole incombenze che come essere umano non può e non deve ignorare.
Alcuni piccoli indizi possono rivelarsi enormemente preziosi. Ma non è su di essi che ci concentreremo qui, sebbene la loro importanza sia immensa. Metteremo invece la nostra Attenzione su una Disciplina che un Viaggiatore dovrebbe praticare con una certa costanza durante l’intera sua Vita, che non ripete e non ritorna indietro, eppure corre il rischio di ripetersi all’infinito nelle stesse situazioni. E’ una Disciplina semplice, piena di buon senso, eppure soffocata anch’essa nel generale pantano in cui si dibatte un essere umano naturale, che neanche in vacanza riesce ad avere tempo per sè stesso.
L’assioma su cui regge questa Disciplina è molto semplice, ed è una delle molteplici espressioni di una Legge invalicabile all’essere umano: ogni azione produce invariabilmente degli effetti, e questi effetti possono essere esplorati preventivamente quando sono ancora Energia, e non si sono ancora cristallizzati in Forma. Cioè a dire, non c’è sempre la necessità di attendere un effetto nel regno materiale, per poter prendere atto della sua presenza: se si possiede un sufficiente grado di Sottigliezza, si può esplorare il ventaglio di effetti susseguenti ad una Azione prima ancora di metterla in pratica, ovvero prima ancora di generare la causa.
Da questo assioma preziosissimo nasce la Disciplina della verifica ricorrente, ovvero una Disciplina attraverso la quale un Viaggiatore scruta tra gli interstizi degli effetti futuri il risultato delle cause che sta generando proprio qui e proprio ora nella sua Vita. Si tratta di un esame della propria Vita del momento, un esame sincero, onesto, che può essere affascinante tanto quanto tremendo, ma che deve essere praticato periodicamente; perché quando le cose non sono ancora iniziate, possono essere ancora modellate con poca Energia, ma quando invece un processo si è innescato nella materia, fare fronte a conseguenze che non approviamo e non ci risuonano richiederà un apporto di Energia ben superiore. La stessa differenza che sussiste tra il non iniziare un rapporto con un partner che sentiamo non essere quello giusto, e chiedere un divorzio quando sono stati generati dei figli.
Nella nostra società occidentale quasi completamente meccanizzata e alienata dai ritmi naturali di equilibrio e vitalità (basti pensare alla tragicomica follia dell’ora legale a salti), i momenti migliori per la pratica di questa Disciplina sono i periodi di vacanze generaliste: il mese di agosto, e gli ultimi giorni di dicembre; oppure, quei momenti in cui si è costretti a fermarsi per cause di forza maggiore, e dunque è possibile concedersi un attimo di tempo. Viaggiatori più saggi e di più lungo corso fanno invece riferimento alla Luna, un astro potente e meraviglioso: gli ultimi giorni di Luna calante sono quelli più indicati.
Quando il momento arriva, il Viaggiatore si ritira. Semplicemente, si ritira. Ritira da sè stesso tutte le attività, la maggior parte delle sue Energie, non «fa» più nulla, e resta ore, giorni persino, in Contemplazione della sua Vita attuale.
Non importa la postura del corpo fisico; può starsene sdraiato sul letto, seduto sul divano, seduto a gambe incrociate, non è rilevante. Quello che è rilevante, fondamentale, è che il Viaggiatore deve uscire dall’abitudine della sua Vita come la sta vivendo, e porsi in Contemplazione di questa sua Vita così come si sta dipanando. Se è un essere umano sociale, deve uscire dalla socialità e non farsi vedere per il tempo necessario. Se possibile, dovrebbe uscire completamente dalla routine del suo lavoro, della sua famiglia e dei suoi spostamenti. Il suo principale impegno deve diventare l’osservazione della sua Vita attuale, e delle sue condizioni; e soprattutto, l’esplorazione delle conseguenze verso cui le sue azioni attuali lo stanno portando.
Sto facendo [[xyz]]. Verso quali conseguenze mi porterà fare [[xyz]]? Questo è il perno di questa Disciplina, e al posto di [[xyz]], un Viaggiatore deve esaminare metodicamente tutto quello che sta facendo in questo momento, in ogni ambito, dal lavoro alle relazioni, dal benessere ai suoi obiettivi più grandi. Ma la risposta a questa domanda non deve venire dalla Mente di Superficie, altrimenti sarebbe troppo facile, basterebbe una cuffietta, un autobus, e un pò di sana narcotizzazione in cui ci dimeniamo normalmente. La risposta a questa domanda deve emergere. Di fatto, la risposta a questa domanda deve arrivare dalla nostra vera mente, quella davvero nostra, quella che non parla mai perchè quando si esprime lo fa con una discrezione e una giustezza quasi sempre soffocata dal baccano: la nostra Mente Profonda. Per questo, il Viaggiatore esce per quanto possibile dall’abitudine della sua Vita, nella pratica di questa Disciplina: perché azioni come queste stremano profondamente la Mente di Superficie, e la conducono a farsi da parte, almeno un poco.
Nella quiete, nel silenzio della sua Contemplazione che non cerca risposte rapide, ma risposte vere, cominciano ad emergere gli schemi di causa-effetto. L’Energia della causa sta già generando effetti nei regni più sottili, ed è a quegli effetti che il Viaggiatore si apre attraverso la sua Contemplazione. Perchè se essi non sono in accordo a ciò che desidera, questo è il momento esatto di terminare la causa, e dunque arrestarli prima che l’Energia diventi Forma; mentre se essi si accordano a ciò che il Viaggiatore vuole per sè stesso, allora può contemplarli ed aprirsi alle benedizioni che stanno arrivando, perchè esse sono legate indissolubilmente alla causa che qui ed ora il Viaggiatore pratica attraverso le sue azioni del momento.
Un passaggio del transcript del movie Il Ritorno dello Jedi descrive con molta precisione lo stato di Contemplazione che questa Disciplina genera interiormente. E’ un passaggio che non trovate nel movie, e che ovviamente non deve sorprenderci, visto che l’intera saga di Guerre Stellari (finora) è stata concepita da esseri umani ispirati da Forze Superiori. Esso cita:
[..]una prospettiva, una cornice in cui inquadrare gli eventi di una Vita…
un grafico di coordinate spaziali e temporali che includono tutta una esistenza,
nel passato fino ai primi ricordi, e davanti fino a cento futuri alternativi.
Un grafico di profondità, di enigmi e di interstizi, attraverso il quale
un Jedi può scrutare ogni nuovo evento della sua Vita, inquadrandolo esattamente.
Un grafico di ombre e di angoli, che si estende fino a perdersi all’orizzonte della sua mente.
La capacità di esplorazione di questo scenario, la capacità di esplorazione delle conseguenze delle proprie azioni quando esse non si sono ancora manifestate nella Forma, stimola la facoltà di Sottigliezza, che è una facoltà fondamentale per un Viaggiatore, perchè è uno degli strumenti percettori delle Energie non accessibili ai cinque sensi. Essa si potenzia in modo strettamente legato alla capacità di oggettivizzarsi, ovvero alla capacità di separare sè stessi dalla propria condizione di Vita; ovvero, si potenzia attraverso lo sviluppo della Coscienza di Sè, e a sua volta la Coscienza di Sè stimola la raffinazione della Sottigliezza.
Più un effetto decade dall’Energia alla Forma, più Energia è necessaria per modellarne o modificarne il percorso. La Disciplina della verifica ricorrente è strumento fondamentale nella bisaccia del Viaggiatore per accordarsi a questo principio: perchè ci sono effetti che possono necessitare di anni, decenni persino, per essere fronteggiati una volta cristallizzati in una Forma.
Meglio esplorare prima, che domandarsi inutilmente poi.