Stati interiori disfunzionali
La Via della Crescita Personale comporta l’attraversamento di territori interiori inesplorati all’ordinaria coscienza naturale.
Questi territori interiori si dispiegano nella scoperta e nella progressiva integrazione di tutte quelle parti di noi stessi che ordinariamente e naturalmente ci dominano, e dunque dominano il nostro presente ed il nostro destino. Da esseri umani dominati dall’esterno, diveniamo progressivamente esseri umani auto-deliberati dall’interno: questo passaggio si chiama Evoluzione, ed è un passaggio che gli esseri umani sono chiamati ad attraversare tutti, senza eccezione. Chi non lo fa, resterà in balìa della inutilità del suo passaggio sulla Terra, e della sofferenza che l’Anima prova nell’essere imprigionata in questa inutilità coatta creata dalla Personalità per restare dove non si può permanere.
L’attraversamento di questi territori interiori produce un attrito, una resistenza, perchè nessuna Forza che abbia un minimo di Consapevolezza cede volentieri lo scettro del suo dominio. Apparentemente, ed inizialmente, la Personalità accetta la Crescita Personale perchè vede in essa un motivo per la sua perpetuazione persino eterna: e dunque non ostacola le pratiche, le Discipline, la ricerca di un senso più alto, l’Azione Impeccabile. Ma quando la Personalità comprende nel suo marasma che l’Anima sta minacciosamente divenendo sempre più forte, sempre più potente, sempre più in grado di influenzare il presente ed il destino del Campo di Energia che noi siamo, allora alza i suoi Schermi Deflettori, e dice basta. Diventa la Forza Passiva, la Santa Negazione.
Come esplica la Personalità la sua Santa Negazione? Attraverso il liberare in noi stessi degli stati d’animo disfunzionali. Questa è una tattica meravigliosa ed intelligente per distoglierci dalla Via, ed è una tattica che ha generalmente la meglio su quasi tutti quei cercatori della Verità che hanno un minimo resistito lungo il Cammino. Cominciamo a sentire in noi stessi delle sensazioni vaghe, che non sono emozioni, ma hanno un potere nebbioso, una colla, una tendenza quasi invincibile a restare fermi, a ritornare nella deriva inerziale, e a rimettere la nostra testa nel luogo da cui l’avevamo «arditamente» sollevata.
Questi stati d’animo disfunzionali sono fondamentalmente delle forme-pensiero non generate deliberatamente: ovvero, esse nascono in noi stessi senza che noi le si abbia in nessun modo chiamate ad una esistenza deliberata con uno sforzo cosciente. La loro concretizzazione pratica, fisica, nel mondo della materia, può esplicarsi e manifestarsi in una o più di queste caratteristiche:
- una tendenza alla noia, all’Accidia. La tendenza a considerare tutto inutile e senza valore, uno spettro inconsistente ed indegno, oppure una commedia di follia.
- una tendenza collosa a non agire. A seguire la corrente, a prendere quello che capita, con il minor sforzo possibile. Una passività che non è accettazione vigile, nè Abbandono Controllato, ma un vero e proprio oblìo dei nostri sogni.
- la depressione. Qualsiasi Tradizione Esoterica incita i propri Apprendisti a fuggire come la peste l’influenza di questa forma pensiero-emotiva, perchè nessuna vibrazione superiore può penetrare in un Campo di Energia indurito e corazzato dal grigiume di questo stato d’animo.
- l’avversione per i nostri compagni esseri umani, considerati, salvo pochissime eccezioni, inutili, indegni, incapaci, immeritevoli, pazzi. Questa avversione può arrivare, in situazioni patologiche continuative nel tempo, a squilibri tali da dover richiedere l’intervento di un professionista. Naturalmente, chi è che viene ritenuto inutile, indegno, incapace, immeritevole e pazzo? Se la tua risposta è «tutti gli altri», puoi abbandonare la lettura di questo documento.
- l’indulgenza incontrollata e persistente verso una o più tossicodipendenze emozionali e fisiche, ovvero verso uno o più «io» della Personalità Automatica. Una indulgenza che finisce per non darci più nemmeno piacere, ma soltanto una requie momentanea da una tensione senza nome e senza volto che invece un nome e un volto ce l’ha benissimo.
Questi stati interiori disfunzionali si mangiano tutta la scorta di Energia di Coscienza che riusciamo a produrre dalle nostre Discipline, quando riusciamo a produrne. Questa è la loro nefasta funzione, e questo è quello che un Viaggiatore deve sempre ricordare, se vuole mantenersi in un Cammino che lo porti da qualche parte: l’indulgenza in queste manifestazioni psicologiche, che non hanno nulla a che vedere con ciò che noi realmente siamo, brucia come paglia sul fuoco tutta l’Energia prodotta eventualmente dalla nostra Meditazione, dal nostro Silenzio Interiore, dal nostro Lavoro profondo sul Corpo Fisico, e rende la Via della Crescita Personale una corsa del sorcio dove creiamo Energia soltanto per bruciarla via. In questo modo la Personalità resiste, l’Anima non riesce a liberarsi, e noi continuiamo ad illuderci di stare compiendo un percorso quando in realtà siamo sempre fermi a pedalare nello stesso punto. Spesso anche per anni.
A che cosa serve praticare un Lavoro Interiore che già di per sè stesso è fatica e procedere contro la corrente naturale, se poi viviamo abitualmente e giornalmente in uno o più di questi stati interiori disfunzionali? A nulla. Da una parte generiamo, dall’altra la Personalità si rimangia con gusto. Il nostro sforzo non produce risultati, e per forza, alla fine, ci passa la voglia di continuare. A quale scopo, se poi in me e nella mia Vita non cambia nulla?
Queste forme-pensiero che producono questi stati interiori disfunzionali possono essere inattivate, e sospinte sullo sfondo; ma questo processo può avvenire soltanto se alimentiamo costantemente in noi stessi pensieri alti, positivi, di Azione, di Responsabilità, di creazione, di apertura, di possibilità, di continuo e costante miglioramento. Non procedendo in questa direzione, lasciando la nostra mente a pensare quello che vuole, ben presto si finisce con il pensare i medesimi pensieri, o i pensieri pensati dalla corrente del Mondo. In entrambi i casi, si ritornerà a reimmergersi nella deriva inerziale, e dunque nelle stesse cose, da cui scaturiranno le stesse creazioni, lo stesso presente, lo stesso destino.
La chiave è tutta qui. Ma in genere nessuno la usa, perchè soprattutto all’inizio costa una enorme fatica, e perchè alla nostra Personalità Automatica piace sentirsi importante mostrando al mondo quanto soffre. Gli stati interiori disfunzionali che produce a seguire sono l’assicurazione sulla sua Vita: una assicurazione che brucia la gran parte, se non tutta, la quantità di Energia generata dal nostro impegno, sforzo e Discipline che eventualmente seguiamo parallelamente per il nostro presunto Cammino.
Da tutto questo emerge, più o meno velato, il vero scenario; il vero campo di sfida della nostra esistenza, di cui non si può parlare, perchè esso deve essere realizzato personalmente e singolarmente da ognuno di noi. Chi dice che è facile è un pazzo, o sta dormendo, o non sa di che cosa parla. Chi ha «visto» questo scenario anche solo in parte, anche solo una singola volta, lo tace, o ne parla con molta discrezione e nei limiti in cui gli è concesso parlarne. Con una grande compassione. Con un grande rispetto. Con una sincera e silenziosa non-interferenza.
Il Pensiero è il cocchiere. Ma chi lo comanda, il Padrone o la legione?