L’Uno nel Triplice
E’ possibile separare la mente dal corpo e dalle emozioni?
Qualsiasi sia l’ordine con il quale permutiamo questi fattori, la risposta è sempre la stessa. Non è possibile. Non è possibile, e non avrebbe senso. Questi tre elementi sono così inestricabilmente legati, così connessi nella loro espressione e nella loro funzionalità, che una separazione è letteralmente impossibile.
In termini funzionali, per comodità, noi possiamo distinguerli come astrazione. Possiamo ipotizzare di studiare la mente prendendola come veicolo indipendente. Ma nella realtà dei fatti, la mente genera, scatena e libera emozioni che noi sentiamo nel corpo per la stretta interrelazione che esiste tra i processi di pensiero e determinati ormoni e neurotrasmettitori che vengono liberati nel nostro sistema fisico. Quindi, in questo senso, ogni distinzione è di fatto una astrazione: operare su un veicolo significa sempre intervenire nella nostra totalità.
La Corrente di Energia che alimenta e sostiene questo Grande Mistero che si chiama Vita è Una. E’ Una. Non è divisa. Non è frazionata in più parti distinte e separate. Tuttavia, la sua espressione si manifesta in tre parti, funzionalmente distinte eppure strettamente correlate. Queste tre parti sono i nostri tre veicoli inferiori, il corpo fisico, la mente e le emozioni, che dunque hanno pari dignità e pari importanza, proprio perchè tutti espressione dell’Uno. Tutti espressione della Corrente di Vita che li anima e li vivifica, ciascuno nel suo modo peculiare, ciascuno nel suo piano particolare.
L’Uno nel Triplice è il Grande Mistero della nostra Vita. Un Mistero che qui, sulla Terra, è lo specchio di regioni superiori, in cui esiste la medesima configurazione energetica. Tuttavia, l’educazione naturale ci conduce tutti a perdere questo Mistero, e a polarizzarci su uno solo dei veicoli inferiori, dimenticando, trascurando o cancellando i messaggi e l’espressività degli altri due; e così, senza esserne consapevoli, ci allontaniamo fatalmente dalla percezione che più conta: la percezione interiore della Corrente di Vita, di Energia, che è Una e antecedente ad ogni polarizzazione; la Fonte che esiste ancora prima del corpo, della mente, delle emozioni, che ne sono espressione.
La separazione da questa percezione, da questa Verità, è Dukkha: la separazione dall’Uno. Tanto più essa si fa profonda, tanto più è foriera di un disagio interiore e di una inquietudine senza nome che non riusciamo a cancellare.
Per questa ragione, il processo di Crescita Personale di un individuo transita dal progressivo recupero delle percezioni provenienti dai veicoli inferiori che in genere ignora o non ascolta; soprattutto all’inizio del Cammino, è molto facile incontrare persone che vanno addirittura fiere della loro polarizzazione. Frasi come «il corpo faccia quello che vuole, io sono la mente», o come «la mente non è altro che il corpo che si pensa», frasi che sono state realmente pronunciate da esseri umani, sono affascinanti indicazioni di come una polarizzazione abbia chiuso un essere umano alla Verità dell’Uno nel Triplice. Se non riconosco l’Uno nel veicolo che in genere non ascolto, sto bloccando da me stesso il mio Cammino. Non esiste il corpo che fa quello che vuole perchè io sono la mente. Non esiste la mente come risultato di un corpo pensante. Io sono la mente, il corpo e le emozioni insieme, ed IO·SONO anche molto, molto più di essi. Perchè essi sono veicolo, espressione, strumento, del Grande Mistero al di là e prima della loro comparsa su questa Terra meravigliosa.
Per recuperare le percezioni provenienti dai veicoli che abbiamo posto in secondo piano, esiste soltanto una strada possibile. Una strada lenta, faticosa, che non è quasi mai nè comoda nè agevole, e che infatti fa scappare quasi tutti, orgogliosamente, a gambe levate: la strada del progressivo distacco dalla identificazione con il veicolo polarizzato. Il motivo per il quale questa strada sia lenta e faticosa è facilmente comprensibile: se una persona dice di sè «il corpo faccia quello che vuole, io sono la mente», dovrà compiere un poderoso Lavoro Interiore per comprendere che questa non è la Verità, ma soltanto una sua identificazione cristallizzata. Perchè mai dovrebbe compierlo? A quale scopo? Perchè mai dovrebbe distaccarsi da questa fiera ed orgogliosa ammissione della propria incoscienza?
Noi non possiamo aprirci al Mistero dell’Uno se non accogliamo con pari rispetto e pari accettazione la sua Triplice espressione su questa Terra. Questo è il punto. Questo è il motivo per cui le Linee di Lavoro Interiore della Crescita Personale agiscono per portare Coscienza ed Attenzione su tutti i veicoli inferiori, non soltanto su quello che ci piace tanto. Altrimenti, è come un’orchestra con i violini impolverati, o i cantanti con una benda sulla bocca, mentre suonano e si dimenano soltanto le trombe. Certo, anche questo è un risultato; ma si può creare una Musica straordinaria, memorabile, divina, se permettiamo all’orchestra di esprimersi nella sua totalità. Se ci permettiamo di ascoltare ed onorare la Vita in tutte le possibilità, e con tutti gli strumenti, i veicoli, che Dio Infinito ci ha donato.
Io sono la mente, il corpo, le emozioni insieme; ed IO·SONO anche molto, molto, molto più di essi.
L’Uno nel Triplice.