Intento – pilastro della Triade del Ritorno
L’Intento è uno dei pilastri di Lavoro della Triade del Ritorno alla nostra Anima.
E’ un insieme di curiose osservazioni, quelle che accompagnano la coltivazione dell’Intento. Partiamo tutti dallo stesso punto: crediamo di conoscere questa facoltà, di averla già pienamente sviluppata, e nel pieno del suo fulgore. Crediamo di riuscire a fare tutto quello che ci proponiamo. Abbiamo un insieme variegato e spesso esageratamente ottimista di convinzioni in merito al presunto possesso di questa facoltà. Ma il Lavoro Interiore le annienta tutte; e se ben condotto, esso ci conduce a tutto ciò che abbiamo davvero bisogno di conoscere: la Verità. La Verità del nostro stato interiore di questo momento.
Intento o Volontà sono segnali stradali che puntano alla medesima direzione. Io uso la parola Intento come predilezione, non come differenziazione. Lo sforzo che dobbiamo sempre mettere in atto è quello di separarci dal segnale stradale, e fare esperienza del Viaggio che ci porta verso il luogo che il segnale indica. Questo è tutto ciò che occorre, e tutto ciò che ogni percorso di Crescita Personale dovrebbe sempre alimentare: il mio vero Sapere è figlio dell’Esperienza. Non delle parole che diventano lettera morta. O degli scaffali impolverati di tecniche di carta.
Come primo momento di Meditazione ed introspezione, iniziamo a circoscrivere a noi stessi che cosa l’Intento non è.
L’Intento non è un pensiero. Questo è il primo punto fondamentale che dobbiamo meditare e comprendere in noi stessi. Il pensiero segue l’Intento, e può essere usato come suo veicolo di espressione: ma esso è un aspetto distinto e separato, non coincidente. L’Intento precede il pensiero, è formativo del pensiero, nasce da territori interiori molto più profondi; il pensiero è strumento di manifestazione, così come le nostre mani sono vettore di manifestazione dei nostri pensieri.
Se l’Intento fosse un pensiero, la Meditazione Intuitiva, o in generale tutte le pratiche che conducono al Silenzio Interiore, trasformerebbero un essere umano in un vegetale che oscilla incontrollabilmente ai venti turbinanti di un mondo di caos. Invece è l’esatto contrario: la Meditazione in tutte le sue forme, e le manovre quotidiane che un Viaggiatore effettua per percepire invece di pensare, aprono e coltivano un territorio interiore in cui emerge qualcosa di molto potente. Qualcosa che sa che cosa sta accadendo, sa che cosa occorre fare in questo momento, e conosce con assoluta certezza quale è la direzione verso cui procedere. Qualcosa che non è un pensiero. Qualcosa di indefinibile, che invita, che dirige, che delibera. Qualcosa che è patrimonio, eredità e diritto di ogni essere umano, senza alcuna distinzione.
Semplici esercizi di Meditazione sono perfettamente in grado di mostrarci, al di là di ogni considerazione teorica, il senso di tutto questo. Raccogliendoci in noi stessi, e creando uno spazio interiore vuoto e ricettivo, giungono a noi ispirazioni, inviti, deliberazioni, che non ci lasciano annegare nel caos, bensì l’esatto contrario. Ci unificano. Ci integrano verso una meta, disegnando e mostrandoci mete parziali come foglie di un albero di primavera. Questa è la prova più evidente che l’Intento non è un pensiero; e che l’Intento ci appartiene ad un livello di profondità che possiamo cancellare da noi stessi soltanto in un gesto incosciente, come abbiamo fatto per tanti anni, e come fa un essere umano naturale: cancelliamo costantemente a noi stessi il nostro Intento, e diventiamo quello che non siamo in Verità.
Se l’Intento non è un pensiero, ne deriva che non è nemmeno un desiderio. Fondamentalmente, un desiderio è un pensiero caricato di emozione che se mantenuto nel tempo è in grado di verticalizzare un sempre maggiore Intento verso la cosa desiderata; quindi i desideri possono fare uso dell’Intento, ma l’Intento non è un desiderio. Può sembrare difficile da comprendere, ma su questo punto è assolutamente necessario che un Viaggiatore applichi con deliberazione le Potenze del suo Pensiero per comprendere da sè stesso la Verità di tutto questo. Un desiderio prende via con sè una parte più o meno grande del nostro Intento, e la verticalizza verso la cosa desiderata: ecco perchè è molto importante fare Attenzione a quello che desideriamo. E a chi o che cosa, in noi stessi, lo desidera.
Facciamo questa semplice verifica. Ma facciamola, non limitiamoci a leggerla. Evochiamo in noi stessi un nostro desiderio di questo momento nei riguardi della nostra Crescita Personale. Potrebbe essere il desiderio di spegnere in noi stessi un certo dialogo interiore depotenziante, o liberarci di una dannosa abitudine, o iniziare una certa attività che sappiamo ci farebbe bene e ci aiuterebbe nel Cammino.
Evochiamolo nella nostra mente, ed osserviamo quello che interiormente succede dentro di noi. Invariabilmente, questo desiderio scatenerà in noi la comparsa di una o più emozioni, siano esse gioia, Serenità, entusiasmo, o una brama smodata di possesso, oppure un senso di indegnità, di mancanza di fiducia, di pigrizia, di indolenza: comunque comparirà in noi stessi una o più emozioni, a rinforzare e certificare questo nostro desiderio. Ecco che cosa il desiderio è, nel dominio dei veicoli. Nel dominio della Personalità.
Ora, evochiamo in noi stessi lo stesso desiderio. Ma questa volta, invece di abbandonarci passivamente alla sua contemplazione, accompagnamolo dentro di noi con le parole Io·Voglio. Lasciamo stare le tecniche, non sono rilevanti. Quello che importa, è fare questo semplicissimo esperimento. Non è che desidero spegnere in me stesso/a un certo dialogo interiore depotenziante. Io·Voglio spegnere questo dialogo qui ed ora.
Quello che succede interiormente in noi stessi, accompagnando questo nostro desiderio in questo modo, è qualcosa di totalmente diverso. L’emozione, la brama, o il senso di sfiducia, lasciano lo spazio ad una sensazione interiore completamente diversa. Una sensazione che non ci trasforma in appendiabiti, nè in foglie fuori controllo, nè in spasimanti che si auto-biasimano nella loro menzogna di indegnità. Una sensazione che le parole non possono in alcun modo veicolare, e che spesso, nella sua Verità ed immediatezza, può trasmetterci messaggi ed ispirazioni assolutamente inattesi. Scende su di noi una profonda e serena sicurezza. Una calma totale, accompagnata da una certezza cristallina: non c’è fretta, nè tempo, nè mente, nè dubbio. Sta accadendo qui, e sta accadendo ora. Io·Voglio.
Qualsiasi sia il messaggio che ci conduce, questa sensazione è un effetto del nostro Intento. E’ una applicazione della nostra Volontà diretta su un nostro desiderio, come aver polarizzato i raggi del Sole con una lente verso un luogo specifico. Questo ci permette di sperimentare con chiarezza, all’interno di noi stessi e al di là di ogni descrizione di parole, che l’Intento non è un desiderio, ma qualcosa di molto più profondo, di molto più potente, che il desiderio utilizza per i suoi propri scopi. Qualcosa di misterioso, ineffabile, che comanda i nostri gesti, eppure risponde ai nostri stessi comandi.
Qualcosa che un Viaggiatore deve imparare a conoscere, discriminare, utilizzare, raffinare nel percorso della sua Crescita Personale. Perchè senza la sua capacità di Intento, senza la sua capacità di invocare e dirigere la sua Volontà sugli elementi del suo mondo, il suo Viaggio si è già fermato. Il suo Viaggio si è già fermato.