Il senso del Tempo – la Storia Personale
Ho spesso cercato di comprendere davvero cosa potesse essere il fattore tempo e credo di essermi reso conto del fatto che è un qualcosa che esiste solo a livello mentale. E’ possibile infatti attribuirgli consistenza solo se colleghiamo quanto accade in un certo momento X e quanto avviene successivamente in un momento Y.
In tal modo si crea una “storia” personale, con la quale si finisce per identificarci. Naturalmente da ciò derivano le principali sofferenze patite da noi esseri umani, che cerchiamo a tutti i costi di “aggiustare” l’immagine che abbiamo di noi stessi all’interno di questa storia, nella quale il tempo resta elemento fondamentale per sostenerla.
dalla condivisione di un Viaggiatore
La Storia Personale, ed il Tempo inteso come fattore energetico di questo Universo, pur apparendo legati tra loro da un vincolo di dipendenza, sono in realtà due effetti differenti che originano e muovono da due cause differenti.
L’elemento importante di questo scenario è l’Astratto, l’Ordine Implicito, da cui la cosiddetta Storia Personale, ed il Tempo come suo collante scaturiscono. Il Concreto, l’Ordine Esplicito, è in genere l’effetto che scaturisce dalla manipolazione che i veicoli compiono attraverso il loro atto percettivo. Con una metafora più pratica, è come confondere un essere umano con la mera percezione che di esso abbiamo attraverso i nostri sensi fisici: c’è molto, ma molto, ma molto di più in un essere umano. E nella percezione possibile che di esso possiamo avere.
In questo senso, la Storia Personale non è altro che il giudizio che la nostra Personalità Automatica conferisce alle vicende della nostra Vita trascorsa. Non si tratta di una Verità, ma di un giudizio, peraltro inquinato da una serie enorme di fattori limitanti e ottundenti; tuttavia, questo giudizio diventa Storia Personale quando ad esso diamo il Potere di governare il nostro Momento Presente e conseguentemente il nostro Destino. Se per la nostra Storia Personale noi siamo incapaci di compiere una certa Azione, questa non è la Verità, ma un giudizio emanato su fondamenta inadeguate e incapaci di corretta percezione. Tuttavia, se a questo giudizio noi conferiamo valore definitivo e non alterabile, esso diventa Storia Personale, e dunque acquisisce Potere e consistenza.
La Storia Personale non ha bisogno del Tempo. Ha bisogno di essere creduta. Questa è la vera Chiave del suo Potere. Fino a quando noi crediamo alla nostra Storia Personale, ovvero al reticolo auto-costruito creato dalla Personalità Automatica per giustificare sè stessa attraverso ciò che ci è avvenuto in passato, siamo in carcere con sbarre create da noi stessi. Sbarre fatte di «posso/non posso», «credo/non credo», «è più forte di me», «ce la faccio/non ce la faccio», e cose simili.
Il fatto che la nostra Storia Personale necessiti di essere «aggiustata» ai nostri desideri è un inganno, un inganno percettivo. Perchè la nostra Storia Personale è perfetta, esattamente quello che è, senza necessità di essere aggiustata o condannata. Noi, quali esseri umani, abbiamo il Potere di uscire istantaneamente, totalmente e Adesso dalla nostra Storia Personale; ma per poterlo fare, occorre aver compreso e visto in sè stessi l’inutile carico e fardello che continuiamo a tirarci dietro dal passato. Un carico e un fardello che non è la lezione, ma il giudizio e l’opinione che abbiamo emanato da noi stessi sulla lezione.
La Storia Personale non è la lezione, ma il giudizio e l’opinione che abbiamo creato sulla lezione attraverso la nostra Personalità Automatica condizionata.
La lezione è legata al Tempo, ma non al Tempo in secondi, bensì ad un’altra funzione della grandezza Tempo, che approfondiremo più avanti. Il giudizio e l’opinione che costantemente nutriamo sulla lezione è la nostra Storia Personale, che si tinge di colpevolezza, indegnità, oppure di presunzione, arroganza, che con la lezione non hanno nulla a che vedere. Se un bambino che non è mai andato in bicicletta vi monta la prima volta e cade, impara una lezione. Se questa lezione diventa «sono un incapace perchè sono caduto in bicicletta», essa perde il suo valore di lezione e diventa Storia Personale. Un inganno anagrafico/biografico che condanna ad una sofferenza inutile, illusoria ed auto-indotta miliardi di esseri umani su questa Terra meravigliosa.
Quindi, la consistenza della nostra Storia Personale non è legata al Tempo, ma al nostro Intento. L’Intento di volerla preservare e rinnovare costantemente, ogni giorno, tutti i giorni, così come l’abbiamo creata sino a qui. Il motivo è semplice: darci l’illusione di fondamenta, l’illusione di «io sono così», che serve alla Personalità Automatica per rinforzare sè stessa, non essere smascherata e conseguentemente trasmutata.
A seguire, finiamo per identificarci con questa Storia Personale. Così essa diventa la nostra gabbia di comodo, la nostra Zona di Deriva Inerziale, che determina che cosa possiamo o non possiamo fare, avere o essere. Per essere caduti dalla bicicletta una volta sola, come naturalmente può accadere, siamo capaci di infliggerci una sofferenza che dura decenni, persino una Vita intera. Ecco quanto è potente questo meccanismo.
Tuttavia, i meccanismi possono essere inceppati. Non è una condanna, nè un fato ineludibile. Separare la lezione dal giudizio che di essa abbiamo viene da un Cammino di Crescita Personale percorso su Linee corrette: perchè solo così possiamo smettere di tirarci dietro tonnellate di inutile peso interiore. Solo così possiamo smettere di creare sofferenza a noi stessi soltanto a causa di un auto-giudizio. Solo così possiamo davvero «fare tesoro» di ciò che l’Infinito ha desiderato insegnarci.
La lezione è una, immediata, chiara, potenzialmente unica, senza necessità di essere attraversata di nuovo.
La Storia Personale può essere un fardello di sofferenza trascinato per una Vita intera.
[..continua..]