Dha(r)ma, il controllo dell’Azione
Shama è il controllo del Pensiero. L’Apprendista impara progressivamente a governare le Forze del suo Pensiero attraverso il suo Intento: e dunque, impara a pensare ciò che vuole pensare, e a smettere di pensare quando non occorre.
Questo, chiaramente, non significa come molti credono erroneamente diventare un vegetale del non-pensiero; significa l’esatto opposto. Significa dare alle Forze del Pensiero una tale chiarezza e una tale intensità da far apparire ridicolo il pantano casuale in cui abitualmente il Veicolo Mentale viene abbandonato a sè stesso. Se un Viaggiatore non si muove in questa direzione, non si muove in direzione della Creazione Deliberata del suo mondo interiore. Invece di essere un creatore, viene creato. Da chi, e per quale Intento, lo scoprirà spesso dolorosamente nel corso della sua propria esistenza.
Ma a Shama, il controllo del Pensiero, occorre affiancare un’altra Linea di Lavoro, molto vicina negli effetti e nelle applicazioni pratiche nella Vita quotidiana. Invero, anche se essa scaturisce naturalmente nutrendo la Disciplina di Shama nella propria mente, questa Linea di Lavoro è fondamentale laddove, come sempre, l’Apprendista pone il suo Intento nella sua alimentazione e maturazione. Questa altra Linea di Lavoro, che poi diviene titolo fondamentale del suo futuro diventare un Chela, un essere umano sulla Via, è Dha(r)ma: il controllo dell’Azione.
Come più volte abbiamo evidenziato e condiviso insieme, l’essere umano è un ponte tra due regni. Il regno della Natura Terrestre vive e si muove in esso, e lo chiama con suono suadente a perdersi nei meandri del bosco delle fascinazioni materiali; tutto ciò che richiama un essere umano a dimenticarsi della sua origine divina a vantaggio del piacere del momento, tutto ciò che fa perdere ad un essere umano la prospettiva della sua eternità per affogarlo nel laghetto delle sue tossicodipendenze emozionali e nei vantaggi solo-per-me è l’attrazione della Natura Terrestre sui suoi Veicoli inferiori.
Ma l’essere umano accoglie in sè stesso, anche se può non esserne cosciente per l’intera sua esistenza, un’altra attrazione. Una attrazione verso il suo retaggio originario, verso la sua provenienza regale ed imperitura. Una pressione che lo spinge ad essere di più, a vivere di più, a dare alla sua esistenza un significato maestoso e memorabile. Questa pressione è esercitata dalla sua Natura Solare: dalla sua origine divina, che non è venuta sulla Terra per farsi portare a spasso in idiozie senza senso, ma per creare e condividere manifestazioni straordinarie, che ritornino a beneficio, utilità e servizio della Vita tutta.
L’essere umano è ponte tra questi due regni. E per questo, laddove Shama è ciò che gli occorre per disciplinarsi ad ascoltare i sussurri della sua Natura Solare, ovvero della Voce di ciò che è realmente, al di là ed oltre i veicoli che dovrà abbandonare, Dha(r)ma è la manifestazione nella Materia di queste indicazioni. E’ il controllo e la subordinazione dei propri veicoli inferiori ad essere strumento impeccabile e maestoso di ciò che l’Anima è venuta a compiere qui, in questo momento, in questo luogo, con quello che ha, con i suoi Talenti pronti ad essere emanati.
Se l’Anima ispira, e attraverso Shama il Viaggiatore ne diviene cosciente, il passo parallelo e necessario è rendere i veicoli inferiori sensibili e pronti all’Azione, e rispondenti a questa Ispirazione. L’intera Vita di un Viaggiatore si muove in questa direzione, e in nessun’altra possibile. Se la Natura Terrestre non viene educata a rispondere alla potenza e all’autorità della Natura Solare, autorità che Le spetta di diritto, non per invenzione o per eredità meccaniche, vivremo una Vita dissociata, non integra, in cui l’Anima ispira Azione, e questa Azione non viene mai manifestata perchè fa freddo, perchè che cosa me ne giova, perchè fa caldo, perchè sono troppo impegnato/a ad essere il centro più importante dell’Universo per fare qualcosa. Per dare qualcosa. Per dare qualcosa.
Quindi, per sgomberare e rendere pulito il Ponte, un Viaggiatore si esercita e si disciplina ad esprimere nel modo più impeccabile e più limpido possibile quello che gli arriva dai Regni Superiori dell’Anima. Soprattutto, un Viaggiatore si esercita a chiudere il divario che esiste tra ciò che sente di voler fare, e ciò che invece non fa perchè la sua Natura Terrestre si oppone e glielo impedisce. Questo divario, che allenta e sfibra la nostra Integrità, è esattamente una delle cause della nostra sofferenza, del nostro disagio, della nostra sensazione interiore di Dukkha. Vogliamo fare qualcosa, ma qualcos’altro si oppone, spingendoci di nuovo verso situazioni, persone, luoghi, eventi di cui siamo saturi fino alla sommità, che non ci danno più nulla, ma che tranquillizzano la nostra Natura Terrestre nella loro ovvietà e nel loro essere una abitudine, anche se ormai svuotata e priva di senso.
La chiusura di questo divario di Integrità, ovvero lo sgombero e la pulizia del Ponte che sempre deve esistere tra la Natura Solare, il Re, e la Natura Terrestre, il Comandante Servitore, si realizza attraverso la Disciplina di Dha(r)ma: il controllo dell’Azione.
Dha(r)ma è agire in modo integro e armonioso con le ispirazioni dell’Anima. Dha(r)ma è unificare il Pensiero con la Parola, e la Parola con l’Azione. Dha(r)ma è impegnarsi ad agire con Disciplina ciò che sappiamo essere funzionale e importante per la nostra Anima. Dha(r)ma è vivere nella Vita ciò che sappiamo essere vero nell’Anima, e per questo trasformarlo nella nostra Verità attraverso la nostra esperienza. Senza questo controllo della nostra Azione, quel divario di Integrità che ordinariamente si crea tra la Natura Terrestre e la Natura Solare diventa sempre più ampio, sempre più labile, sempre più scollegato, fino a trasformarci in fantasmi che hanno ricacciato sotto coperte più o meno spesse quintali e quintali di sofferenza interiore.
Non è questo quello che un Viaggiatore desidera. Ma neanche da lontano. Un Viaggiatore vive la sua intera esistenza per lo scopo esattamente opposto. Chiudere il suo divario di Integrità. Diventare Uno con ciò che realmente è.
Per muovere verso questa sacra Aspirazione, deve portare nella Materia, nel regno dell’Azione, ciò che la sua Anima sa e sente Verità.
E per questo, deve alimentare e nutrire in sè stesso Dha(r)ma. Il controllo dell’Azione.
Il ritorno alla propria unità.
Manifestare in Azione IO·SONO·ORIGINE.