Il Fuoco dell’Attenzione sull’emozione – parte II
Supponiamo che un essere umano, ad un dato istante, senta in sè stesso il sorgere di una emozione.
Nella stragrande maggioranza dei casi, questa emozione è di tipo reattivo. Di fatto, nel 99% dei casi in un essere umano naturale, una emozione è sempre reattiva, ovvero origina da una causa esterna che la mette in movimento. In questo, ovviamente, non c’è nulla di male: anzi, il sorgere di una emozione reattiva ci comunica importantissime informazioni su di noi, sulla Verità di noi stessi, sul nostro stato interiore reale, che altrimenti non avrebbe altro modo di raggiungerci se non questo. Con la mente, possiamo costruire meravigliose parrucche. Con le emozioni, soprattutto se non abbiamo mai sentito parlare di Lavoro Interiore, non è possibile.
Supponiamo che un essere umano, come dicevamo, senta in sè stesso il sorgere di una emozione. E supponiamo che questa emozione abbia un sapore ben preciso, a cui è attribuita l’etichetta rabbia. Che cosa succede in un Campo di Energia, alla comparsa di questa emozione/corrente di Energia?
Come abbiamo cominciato ad esaminare nel primo documento di questa serie, una emozione è primariamente una corrente di Energia che percorre il nostro Veicolo Astrale. No etichette. No significati in parole. No valutazioni duali giusto/sbagliato, mi piace/non mi piace, posso/non posso. Si tratta di una corrente di Energia, che in quanto tale esiste al di là ed oltre il significato semantico che ordinariamente le viene attribuito.
Ma un essere umano naturale, che non è abituato a percepirsi come Campo di Energia, Coscienza e Consapevolezza, non riesce e non può separare la corrente di Energia dal significato che lui stesso gli ha attribuito. Cosa significa questo, nel nostro esempio? Significa che questa corrente di Energia sale alla mente, ovvero sale alla valutazione della neo-corteccia cerebrale, là dove vive e prospera la nostra Personalità Automatica condizionata.
Quindi, che cosa succede? Succede che l’emozione viene valutata, in tempo quasi reale, dalla Mente di Superficie, ovvero dal sistema neurale neo-corticale che agisce su una questione che non è di sua pertinenza. Quale ne è il risultato, alla fine? Questa corrente di Energia viene significata, ovvero le viene attribuita una etichetta di spiegazione/giustificazione/giudizio, ed un insieme di comportamenti possibili in relazione a questo significato: ok, questa è rabbia, la riconosco. Quando provo rabbia, devo a) sfasciare tutto quello che tocco, oppure b) non mostrarla, perchè sono un santo Viaggiatore che non può permettersi di mostrare la sua rabbia perchè non è bene, oppure c) seppellirla, perchè non sta bene, non è bello, non risponde all’immagine di me, oppure altre cose del genere, più o meno amene.
In questo passaggio, originano una miriade di scompensi. L’emozione in sè è corrente di Energia, ma il significato e la risposta che ad essa è associata, figli entrambi di una Personalità Automatica condizionata, in genere non ha nulla a che vedere con questa corrente: sono un costrutto della Mente di Superficie, che nei casi peggiori può arrivare al blocco della corrente di Energia, al blocco dell’emozione, a causa di un giudizio della mente.
Questo è il significato più profondo, sebbene esistano livelli ancora più profondi, della Disciplina della non-espressione delle emozioni reattive. E’ qui che la Tradizione ha notato l’inconveniente, e operato al fine di risolverlo in una forma migliore. Non si tratta, di fatto, di cancellare le emozioni dalla nostra percezione reprimendo il loro esistere. Si tratta di togliere le emozioni dal dominio della Mente di Superficie, che stabilisce se una emozione va bene o non va bene per le sue valutazioni condizionate e figlie di una induzione dall’esterno, e quindi le blocca, cerca di controllarle, le cancella, causando una miriade di conseguenze nefaste come effetto.
Una corrente di Energia non è bene, e non è male. E’ l’interpretazione che diamo di questa corrente a generare il bene e il male; è come la Mente di Superficie interpreta lo scenario, e quello che ci fa fare in risposta, a generare quell’impatto in perdita che le emozioni non dovrebbero mai avere sul nostro Campo di Energia.
L’esercizio di Lavoro a seguire ci aiuta a comprendere in noi stessi quanto questo meccanismo sia operativo dentro di noi, facendo passare dalla letteratura alla percezione quello che stiamo qui condividendo. Preparandoci per i prossimi passi.
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IL FUOCO DELLA ATTENZIONE SULLE EMOZIONI
Isolare una nostra emozione reattiva ricorrente, che può essere rabbia, invidia, arroganza, superbia, depressione, odio. Alla prossima occasione in cui essa compare, impegniamoci a procedere con questa differente manovra interiore:
● spostiamo immediatamente la nostra percezione nel corpo fisico, ed osserviamo dove sentiamo questa emozione con maggiore forza in noi stessi. Nel plesso solare? Nell’addome? Sulla schiena? Nell’area del Cuore?
● blocchiamo quanto più completamente possibile qualsiasi pensiero della mente che giustifichi, analizzi, razionalizzi, allontani questa emozione. Blocchiamo qualsiasi giudizio mentale sull’emozione.
● Restiamo nella percezione nel corpo fisico di questa emozione per tutto il tempo che la nostra Energia ce lo permette. Senza agire le azioni che in genere mettiamo in scena alla comparsa di questa emozione, e cercando parallelamente di non muovere la Mente di Superficie in alcun modo.
Scriviamo sul nostro Diario tutto ciò che scopriamo, sentiamo, percepiamo a seguire questa pratica. Scriviamo Intuizioni e Ispirazioni che da questa pratica riceviamo.
Questo è non-espressione delle emozioni reattive. Che è una operazione di Lavoro Interiore, non è repressione, e non è una parrucca della mente.