Dietro la porta chiusa
La Vita di un essere umano naturale, la nostra Vita prima che ci raggiunga l’impatto dell’Infinito, è molto simile ad un ricevimento dato nella nostra dimora, ricevimento con una gran quantità di inviti e di relazioni.
Il ricevimento è la facciata. Ciò che mostriamo al mondo, esatta corrispondenza con ciò che il mondo si attende che noi gli si mostri. Siamo affabili, pazienti, cortesi. Forse indossiamo persino un bel cafetano colorato, dentro al quale ci muoviamo come in una nuvola pronunciando cantilene di emozioni positive, o grandi speranze di self-confidence. Il party va avanti, e noi ci sentiamo bene, perchè troviamo nel mondo, in ciò che è fuori di me, una conferma del nostro sentirci felici, del nostro stare bene, del mio interno.
Fino a quando non inizia ad accadere qualcosa. Mentre il ricevimento continua, iniziamo ad avvertire dapprima la punta di una eco lontana, poi un sentimento che si fa strada, in modo tenue, silenzioso, ma inesorabile; logorando lentamente tutta quell’atmosfera di sorrisi e di cantilene che così amabilmente, così minuziosamente, con così tanta Energia investita, stavamo creando fino a quel momento.
Iniziamo ad avvertire il divario. Iniziamo a percepire quello che la Tradizione chiama la Separazione.
Mentre il ricevimento continua, iniziamo a notare strane sensazioni dentro di noi. Il mondo sembra felice, ma noi cominciamo a non esserlo più. Le persone vengono da noi a chiederci delle cose, o a esigerle, e noi iniziamo a sentirci lontani dalle loro richieste. Quando noi andiamo a cercare qualcosa, qualcosa che fino a quel momento non avevamo mai chiesto, le persone del ricevimento ci guardano come se fossimo alieni in minaccia dallo spazio. Ehi, che domanda è questa? Che pretesa è questa? Ma che dici?
Un essere umano naturale non ha gli strumenti per comprendere quello che sta accadendo al suo ricevimento. Così, continua a sforzarsi di mandare avanti la baracca e i burattini, continua ad agitare il suo cafetano nel malcelato desiderio che tutto ritorni come prima, che quel sentimento dentro di lui scompaia, possibilmente per sempre. Ma non accade. Non può accadere. E’ la Regola, ma un essere umano naturale non lo sa.
La Separazione è la divisione energetica tra la Personalità Automatica e l’Anima, mediata attraverso l’Essenza. Tutti gli esseri umani naturali sono preda e dominio di questa Separazione, ed è in questa Separazione che alcune Forze si introducono per condurre gli esseri umani verso disastri auto-costruiti che sono inconcepibili ad un minimo di ragione, ed impossibili in un Campo di Energia equilibrato. La Separazione ha inizio in un dato istante della nostra Vita, e poi prosegue in modo costante, come il Red Shift delle Galassie dell’Universo, fino al punto in cui diventa quasi impossibile interrompere il regresso tra le entità coinvolte. Fino al punto in cui un essere umano naturale dimentica la sua Verità in modo quasi definitivo, e diventa solo una facciata; solo finzione teatrale; solo tossicodipendenze emotive.
Nel nostro ricevimento, diventiamo sempre più una facciata, una maschera, che sotto nasconde le nostre vere istanze, i nostri veri desideri, le nostre vere emozioni, il nostro vero Essere. Non posso mostrare questo aspetto di me al ricevimento, questo è quello che pensa la Personalità. Se già i miei (presunti) amici mi hanno trattato con diffidenza per una semplice piccola richiesta, che cosa succederebbe se questo molosso interno di emozione venisse fuori in tutta la sua imponenza? Che ne sarebbe di me, povero me? Che ne sarebbe del ricevimento? E se se ne andassero tutti?
E allora il ricevimento va avanti. Riusciamo persino a credere che recitare litanie di emozioni positive, o lanciare OPUS·PROCLAMA delle proprie maschere, possa servire a sotterrare quella Verità che con tanta ostinazione continuiamo a buttare sotto il tappeto della nostra Coscienza. E giù parole, organizzazioni, nuovi inviti, fare, fare, perchè sì, alla fine riuscirò a cancellare questo dannato sentimento, questa dannata Separazione, dalla mia percezione.
Ma arriva un momento in cui chiediamo scusa a tutti gli invitati.
Mi assento per un momento, scusatemi, ora ritorno.
Entriamo in un’altra stanza, e ci sediamo
da soli
sul ciglio di qualcosa
dietro la porta chiusa.
E dietro quella porta chiusa
iniziamo a piangere.
A piangere amaramente
della nostra Integrità perduta.