La Legge del Ritmo
La Legge del Ritmo è una delle Leggi Fondamentali operanti nel nostro Universo meraviglioso.
Essa afferma che nei piani inferiori della Manifestazione – i piani che sono soggetti allo spazio, al tempo, alla Materia, e alle Forze interagenti sulla Materia (come la gravità) – l’andamento su base temporale di qualsiasi processo ha una forma che graficamente può essere riassunta in questo modo:
In altre parole, tutti i processi che accadono sui piani inferiori, ovvero sul piano fisico/eterico, astrale e mentale inferiore, hanno un andamento che oscilla nel corso del tempo tra le due polarità che ne sono, potremmo dire così, contenitore espressivo. Creazione e distruzione. Alte emozioni e basse emozioni. Pensiero lucido e impastata apatia mentale.
Non conoscere l’esistenza di questa Legge, o ignorarla, non è molto saggio. Perchè operare al di fuori dei suoi confini equivale davvero, molto spesso, a cercare di fermare il vento con le mani. Ho già avuto modo, in questo documento che descrive i giorni del Nulla, di portare all’Attenzione dei Viaggiatori quanto importante sia questo aspetto ineludibile della nostra Realtà. Oggi, approfondendo un pizzico in più la Legge del Ritmo, ne esamineremo nuovi ed ulteriori aspetti.
L’essere umano naturale tende ad isolare i momenti in cui il Ritmo muove nell’intorno della polarità a più alta vibrazione, e a ritenere che sia possibile vivere in questo modo tutta la Vita. In due esempi di normale Vita quotidiana, se mi trovo in un momento di grandissima forma fisica, in cui tutte le mie attività sportive mi riescono naturalmente ad eccezionali livelli di performance, allora sono portato ad illudermi, perchè di questo si tratta, che questo livello di forma possa essere mantenuto indefinitamente; oppure, se mi trovo in uno stato emotivo ad alta vibrazione, pieno di gioia, di voglia di fare, di entusiasmo, allora sono portato ad illudermi di poter conservare questo stato interiore in modo indefinito.
Questa è una illusione. Chiunque, uomo o donna che sia, può certificare a sè stesso l’illusorietà di questa possibilità, perchè l’ha misurata e vista in sè stesso infinite volte. La forma fisica ritorna ad uno stato più basso di quel picco di eccellenza, e non si sa perchè; lo stato di gioia ed entusiasmo lascia il posto ad uno stato emotivo più neutro, e non si sa perchè; apparentemente, da solo è sorto, e da solo se ne è andato, e per quanto ci sforziamo di richiarmarlo indietro, non ritorna. Ritornerà, certo, ma in un altro tempo, spesso impredicibile: questa è la Legge del Ritmo in azione.
Un Viaggiatore tiene in grandissima considerazione questa Legge, nel tessuto della sua esistenza, proprio in virtù della sua fondamentale importanza. E lo fa in diversi modi: uno di questi, è assecondare in modo armonioso i giorni del Nulla, che da soli vengono e da soli se ne vanno, proprio per effetto di questa Legge. Ma non è soltanto il piano fisico/eterico a ricevere la sua Attenzione: anche i luoghi interiori dove si muovono le sue emozioni ed il suo pensiero concreto sono sotto il Focus del suo occhio attento; perchè egli sa che la gran parte delle fluttuazioni che percepisce interiormente in queste parti di sè non sono figlie di un suo difetto, di un suo malfunzionamento, di una sua incapacità: sono espressione di una Legge. E come tali, non si possono evitare.
Risvegliando e nutrendo la sua capacità percettiva, e dunque la sua sottigliezza, un Viaggiatore è in grado di avvertire in sè quando il Ritmo sta portando un suo veicolo nell’intorno della polarità a più bassa vibrazione; e quelli sono i momenti in cui un Viaggiatore si prepara all’impatto, ovvero non si lascia trascinare in modo incosciente da una corrente che non può fermare, e non tenta di cambiarla in modo forzoso in un aspetto a più alta vibrazione. Perchè è proprio questo il senso della metafora di cercare di fermare il vento con le mani: l’unica opzione possibile, quando si alza il vento, è navigare sfruttando la sua forza, non mettersi a piangere rammaricandosi che le nostre mani non riescano a fermarlo.
Un esempio pratico: se il mio Veicolo Astrale, che nei suoi piani inferiori è il veicolo di trasmissione e percezione di quelle correnti di Energia che chiamiamo emozioni e sentimenti, sta giungendo ad una fase di picco a bassa vibrazione, posso avvertirlo facilmente in me stess@ proprio a causa delle emozioni che naturalmente si liberano in me, al di là del mio controllo; se in questi momenti perdo il mio Centro e mi abbandono inerte alla Legge del Ritmo, posso vanificare tutto quello che di buono ho fatto fino a quel momento: posso avvertire la tentazione di abbandonare un corso che sto seguendo, una pratica giornaliera che mi sta facendo bene, una dieta; posso rinchiudermi in uno scafandro e buttare fuori tutte le persone che mi sono intorno, per poi domandarmi perchè mi hanno lasciato; oppure posso smettere di fare le mie cose importanti, le cose a cui ho dedicato la mia Vita e le mie risorse, per poi ricominciare ogni volta dallo stesso punto ad ogni cambio di Ritmo, senza nemmeno accorgermi di stare correndo la corsa del sorcio.
Il punto è che la Legge del Ritmo è inesorabile, e i nostri veicoli inferiori non possono affrancarsi dal suo dominio. Che cosa rimane, allora? Continuare a farsi trascinare come buratti inermi, o incominciare a studiare noi stessi per vedere all’opera, per scoprire, per Sentire, il Ritmo di questo pendolo inesorabile che trascina con sè i nostri veicoli?
Ignorare l’operato di questa Legge nella nostra Vita è continuare ad abbandonarsi ad ogni fluttuazione, lasciando che il flusso governi dove dobbiamo andare e chi vogliamo essere, invece di restare al timone di Sè.
Ed anche, continuare a (fare finta di) non vedere tutte le cose che abbiamo abbandonato, o lasciato incompiute dietro di noi.
Proprio per aver abbandonato il timone.
Proprio per aver abbandonato la nostra Verità.