Espandere gli orizzonti
I confini che un essere umano getta su sè stesso possono essere molto angusti.
Questi confini possono circoscrivere la sua relazione con il mondo in una gabbia, per le cause più disparate, come gironi danteschi. Possono diventare un carcere, un tormento. L’inconveniente è che è molto difficile condurre un essere umano alla Consapevolezza che questi confini sono sue creazioni, non Realtà oggettive create dall’esterno su di lui. Il Lavoro Interiore condotto nelle giuste Linee ha anche questo scopo.
Tuttavia, vi sono degli orizzonti nella Vita di un essere umano che sono molto, molto più ampi dei confini che egli getta su sè stesso nel quotidiano; essendo avvolti da un ignoto imperscrutabile che permarrà per molto, molto Tempo, sono lasciati al loro posto, silenti, sullo sfondo, quasi mai toccati se non in discussioni «laterali» presto abbandonate. Eppure, questi orizzonti sono una linea importantissima, fondamentale da contemplare, laggiù, alla portata della massima lontananza alla quale il nostro sguardo può spingersi.
Un Viaggiatore, come sempre, effettua la manovra inversa: riporta questi orizzonti al centro della sua Attenzione, dove peraltro meritano di essere e di restare. Perchè questa manovra ha un grande Potere, sulla sua Vita: la riconduce in una prospettiva superiore, più corretta, più sensata, più intelligente di quella «mordi e fuggi via» con la quale i narcotizzati, vivendo, generano sofferenza per loro stessi e per chi è loro vicino.
Gli orizzonti che sollevano la prospettiva di un Viaggiatore ad un livello superiore si aprono nell’Esercizio di Contemplazione di due domande precise:
che per ottimizzare, possiamo riassumere così:
Queste domande non devono essere risposte, ma contemplate. Quale è lo scopo della loro Contemplazione? Quello di espandere in modo corretto i propri orizzonti di prospettiva di Vita. Abitualmente – e anche da questo lo si riconosce – un essere umano naturale vive la sua Vita come se esistesse soltanto questa esistenza in questo momento su questa Terra, ed ignora, irride, svicola, cancella, evita, qualsiasi accenno che più o meno di striscio lo riporti ad osservare quelle due linee di orizzonte laggiù, alla massima portata dei suoi occhi se volesse vedere. Non ci pensa, perchè non ritiene importante nè comodo pensarci; quando invece, è esattamente pensarci, la cosa più importante che un essere umano possa mai fare.
Un Viaggiatore – se è degno di questo nome – effettua la manovra inversa. Porta questi orizzonti, queste domande, al Centro del suo quotidiano. Che cosa ne guadagna? Una prospettiva più alta, più armoniosa, sulla Vita, sulle cose e sulle persone. Una valutazione che diviene più profonda, più ricca di significato, dei momenti che vive qui, in questo momento, su questa Terra meravigliosa. Una oggettiva considerazione che entrambe le linee di questi orizzonti sono sul suo Cammino, entrambe. Un grande Mistero prima del miracolo di questo corpo fisico, e un grande Mistero dopo, che non può essere cancellato, evitato, ignorato, svicolato, soltanto perchè non ci si pensa.
E allora, un Viaggiatore diventa curioso, poi attento. Che cosa c’è oltre quegli orizzonti? Che cosa è, davvero, la mia Vita? Se questi sono gli orizzonti entro cui essa si dipana, come posso viverla al meglio, come posso renderla un passaggio memorabile ed indimenticabile? Che cosa è il mio Cammino? Da quanto Tempo, da quanto Tempo, sono davvero in Viaggio?
Vi sarebbe da dire ancora moltissimo, moltissimo, in merito a questo punto fondamentale. Ma per ora, qui, questo è sufficiente. Un Viaggiatore deve espandere i suoi orizzonti, proprio perchè così egli si riconosce, un Viaggiatore. Nel farlo, nel contemplare queste domande in modo sempre più profondo e più vasto, egli comprende sempre più, sempre meglio, il senso e lo scopo del suo Sacro Viaggio meraviglioso: partendo da qui, da questo momento, ed osservando attento e curioso le due linee di orizzonte intorno a sè.
E così, in questo modo, come frutto dal fiore, a lui si apre lentamente la Bellezza di chi egli sia in Verità.
Un eternauta dello Spirito,
in Viaggio dall’Eterno verso l’Eterno,
vibrando, al Lavoro,
in infinite fluttuazioni di Intento