Alchimia del ritorno all’Essenza
Che cosa succede quando un individuo inizia a comprendere che qualsiasi suo ruolo nel mondo non è il suo essere, ma un mezzo di manifestazione di quello stesso Essere?
Questa comprensione è lontanissima dagli esseri umani naturali; inizia ad essere meno lontana per i Viaggiatori Spirituali, che ne intuiscono dei bagliori, quando le circostanze e i tempi lo permettono. In Verità, proprio i bagliori di questa comprensione sono spesso il motivo dell’inizio del Viaggio Spirituale; perchè l’individuo coinvolto avverte sempre più che vi è qualcosa che non va, qualcosa che non si accorda con la sua interiorità, in questa corsa a diventare/ottenere qualcosa per essere qualcosa. In questo suo non-accordo, inizia a soffrire – io non sono questo, e dunque chi sono? – e ormai lo sappiamo, la sofferenza interiore è uno dei mezzi più efficaci e potenti per risvegliare un individuo alla Verità di sè stesso.
La comprensione che IO non sono il mio ruolo, ma sono il Creatore che indossa quello stesso ruolo, è un processo di Alchimia Interiore; un processo insegnato e tramandato dai Saggi che incisero la Tavoletta di Smeraldo, attribuita ad Ermete Trismegisto, tre volte Magnifico – probabilmente uno dei lasciti spirituali di un potente e saggio Alchimista realmente esistito. Il processo che, come la Tavoletta tramanda, involve la separazione del sottile dallo spesso.
Separare il Creatore dalla creatura – ovvero separare il sottile dallo spesso – è un processo di Alchimia Interiore praticato dai Viaggiatori Spirituali che conduce verso la conoscenza e l’esperienza progressiva di una entità specifica, reale, al nostro interno, di cui all’inizio del nostro Viaggio Spirituale, e anche per diverso Tempo a seguire, potremmo ignorare completamente l’esistenza.
Questa entità interiore, sacra, meravigliosa, è la scintilla dello Spirito deposta in ognuno di noi, che ci rende individui unici nell’intero Universo. Molti termini/segnali stradali sono stati attribuiti a questa entità; in questo documento useremo il termine IO·REALE, perchè indicante la Verità di ciò che siamo realmente, al di là di qualsiasi maschera e qualsiasi ruolo noi potremo mai indossare nel mondo.
IO·REALE è il Creatore: colui che dà Vita, forza e sostanza a qualsiasi ruolo noi possiamo scegliere di indossare. Senza IO·REALE, non esiste alcun ruolo, perchè in Realtà non esisterebbe nemmeno la Vita che stiamo vivendo.
Per manifestarsi, IO·REALE utilizza i ruoli come un attore utilizza le sue maschere. Un attore davvero capace è in grado di manifestare, nei suoi ruoli, persino dei tratti psicologici che nella sua Vita non possiede affatto; ma non appena questo attore depone il suo ruolo, torna ad ESSERE qualcosa che non è quel ruolo. Ed è lo stesso per noi: nella Vita, siamo in grado di assumere qualsiasi ruolo noi vogliamo; ma poi, a differenza degli attori, ci dimentichiamo di essere i creatori di quel ruolo; non siamo capaci di deporre il ruolo, ci addormentiamo, e diventiamo quel ruolo, come se un attore restasse il ruolo della sua sceneggiatura anche quando il film è ampiamente finito e già al botteghino.
IO·REALE indossa i ruoli
per conoscersi
e scoprirsi sempre più come Creatore,
come Figlio legittimo e diretto
di Dio Infinito Benedetto
Questo è molto importante da ricordare. I nostri ruoli sono creazioni che IO·REALE ha più o meno coscientemente creato per arrivare a conoscersi come Creatore. Questo è lo scopo profondo di qualsiasi ruolo: permettere ad IO·REALE di conoscersi, scoprirsi ed evolvere attraverso di essi.
L’attore è IO·REALE, Anima Solare, il Creatore; il ruolo è il vestito, la Personalità, la creatura. Il Creatore è sottile, nascosto, profondo, invisibile: la sua creatura è più spessa, più grossolana, più rumorosa, più evidente, più in superficie. Senza il Creatore, la creatura non esisterebbe proprio; ma se il Creatore si addormenta, che cosa succede? Che la creatura invade la Vita, e la vive secondo i suoi parametri. Ve lo immaginate Sylvester Stallone che vive la Vita come Rocky Balboa? Dovreste farlo, perchè noi, assieme ad altri sette miliardi di individui, viviamo in questo modo. Il ruolo, la finzione scenica, che sciaborda e ricopre la Verità di noi stessi.
Ogni Viaggiatore deve compiere, nel suo Cammino Spirituale, il percorso di Alchimia Interiore di separazione del sottile – IO·REALE – dallo spesso – la sua Personalità, i ruoli che riveste nel mondo. Perchè deve compierlo, e non vi sono nè eccezioni nè possibilità di scorciatoie? Perchè è follia dare le chiavi del proprio Viaggio Spirituale ai ruoli che indossiamo; questa manovra sarebbe equivalente a quella di incontrare Sylvester Stallone per strada, ed interagire con lui come se fosse Rocky Balboa.
Un Viaggiatore deve conoscere e poi liberare IO·REALE dentro di sè; perchè IO·REALE è l’unico contatto diretto e possibile con Anima Solare, il Sè Superiore, i Piani Superiori dello Spirito. La Personalità è lontanissima da questa possibilità, ed invero non è nemmeno in accordo con essa; nella nostra immagine metaforica, la Personalità è Rocky Balboa, che nel suo rumore, nel suo fracasso, nel suo baccano esteriore, vuole vivere, vuole continuare ad esistere; e così, ci allontana continuamente dal percepire e dal conoscere chi è il Creatore di questo fracasso: ovvero, il nostro caro Silvestro Stallone. Che magari, mentre crede di essere un pugile grossolano mezzo suonato, in Verità è una persona sensibile, fragile, triste, e ferita.
IO·REALE è il primo bagliore della nostra Natura Solare verso cui possiamo spingerci con la nostra Coscienza. Il fatto che sia il primo, non lo rende affatto vicino; esso è lontanissimo dalla ordinaria Percezione umana naturale. Nella superficie della nostra Percezione, noi vediamo soltanto le creature prodotte dal Creatore: le forme che IO·REALE indossa per conoscersi, indossate da persone che hanno dimenticato sè stesse; dimenticato di essere il Creatore di quelle stesse forme. E’ questa una delle ragioni principali per le quali un modo che abbiamo per identificare gli esseri umani è usare la parola PERSONA: perchè PERSONA significa maschera.
Nel prossimo documento di questa serie, condivideremo un Esercizio di Lavoro che, nella sua semplicità, è un potente agente di Alchimia Interiore atto a separare il sottile – IO·REALE Creatore – dallo spesso – i suoi ruoli/creature. Un Esercizio che con dolcezza, e in piccole mosse, ci rende coscienti in modo armonioso dell’esistenza e delle qualità di questo sottile che si libera dalla morsa in cui è intrappolato.