Attacco emozionale
Non c’è nessuna pietà, quando l’attacco viene scatenato.
Imprevedibile. Ciclico. Inesorabile. Improvvisamente, un’energia aliena a ciò che siamo normalmente tenta di prendere il controllo della totalità del nostro Campo di Consapevolezza.
Tenta è un eufemismo. Miliardi di esseri umani sono messi ciclicamente da parte a vantaggio ed approvvigionamento di qualcosa che non sono. Non è un tentativo. E’ un fatto energetico. Miliardi di individui messi da parte, perchè non sanno, o non credono, che ciò possa accadere.
E’ una energia che ha un sapore alieno. Non ho altro modo per dirlo, e credetemi, vorrei davvero dirlo in altro modo. Il fatto che abbia un sapore alieno non significa di un altro mondo, o emissario di una razza di invasori verdi provenienti da Marte. Per alieno, intendo dire esterno, separato, da ciò che noi siamo realmente. Un minimo di Presenza praticata rende queste mie parole futili, e forse inappropriate, sebbene esse debbano essere pronunciate. Praticate la Presenza, e vedrete, inequivocabilmente, con i vostri occhi. Mettete alla prova ogni cosa, sempre. Ne ho conosciuti e ne conosco tanti che parlano di vedere per credere, e poi non fanno nulla, nè per vedere, nè per credere.
Improvvisamente, qualcosa in voi si mette a sbraitare come un cane rabbioso. I vostri amici diventano improvvisamente uno stormo di idioti. Il vostro partner diventa un cartoccio da rottamare. Una voce interiore di cattiveria insensata e immotivata impreca ogni trenta secondi contro la Vita e l’Infinito. Ogni cosa che tentate di fare per uscire da questo pantano viene frustrata e demolita, sempre a chiacchiere interiori. Dovunque andate non resistete più di cinque minuti, perchè non riuscite a trovare pace. E’ una impresa mantenere il controllo delle miriadi di ottave discendenti che cercano di drenarvi immani quantità di Energia personale. Intorno a voi, ( stranamente, vero? ), tutti quelli che entrano in contatto con voi sembra mirino deliberatamente a farvi innervosire, oppure ( davvero strano, vero? ), si comportano diversamente, più scostanti, meno gentili, se non addirittura inspiegabilmente cattivi. La vostra gentilezza è rasa a zero. E mi fermo qui, perchè ormai il quadro è abbastanza chiaro.
Risuona familiare?
Siete sotto attacco emozionale, e non c’è alcuna pietà per voi. Qualcosa vi sta chiedendo il tributo che ciclicamente passa a riscuotere. E come lo riscuote? Semplice: approvvigionandosi del risultato di tutte le ottave discendenti che non riuscite ad arrestare. In altri termini, di tutte le azioni che manifestate per sfogarvi, per allontanare il più possibile, secondo il vostro punto di vista, questo fastidioso, brullo, sapore interiore che sentite.
Quale è la madre di tutte le azioni di sfogo che mettiamo in pratica per liberarci di questo disagio? La nostra amata, abituale, ben conosciuta tossicodipendenza emozionale, quella che funziona da valvola di drenaggio di questo inarginabile disagio. Noi sappiamo benissimo quale essa sia, e non c’è uno tra noi che non ne abbia almeno una, perchè è il modo naturale con il quale spingiamo via il nostro malessere interiore, e perchè ogni ‘Io’ reattivo ne ha almeno una. Personalmente, posso dirvi che nella mia esistenza ne ho identificate almeno quattro, a livello crescente di Potere imbrigliato: ognuna di esse scattava in risposta ad un attacco emozionale, in dipendenza di quale ‘Io’ era in quel momento, e mi fa un pò ridere persino scriverlo, ” al timone “. Almeno quattro, ma parlo solo di quelle più depotenzianti: siate ottimisti!
Tossicodipendenza emozionale non è necessariamente una droga conclamata. E’ in genere qualcosa che non ci richiede sforzo, è una ottava discendente, cioè consuma energia invece di raffinarla a qualità superiore; molto spesso è dannosa per uno o più dei nostri veicoli perchè viene praticata con voracità, senza freni e con dipendenza; se qualcuno che la conosce prova anche solo di striscio a suggerirci di moderarne la pratica, lo attacchiamo al muro a male parole avvisandolo di stare lontano dai nostri affari. Già vedo i vostri occhietti brillare di ironia: lo sapete, oh sì se lo sapete.
All’attacco emozionale, quello serio, quello per il quale l’abituale chiacchiericcio interiore di depotenziamento sembra una innocua e divertente cantilena, noi reagiamo automaticamente con una o più tossicodipendenze emozionali. E’ l’unico modo che conosciamo come automatico e relativamente funzionale per fronteggiarlo. Di fatto, questa reazione ha un nome molto semplice, che forse mai gli attribuiremmo, e che mai, senza ombra di dubbio, vedremo con chiarezza senza il supporto della Presenza.
Questa reazione si chiama fuga. Fuggire via. Via da questa sofferenza emozionale senza nome. Fuggo via, così forse riuscirò a trovare pace, lì, in quella cosa che pace mi ha dato, tanto tempo fa. E’ naturale, umano. E’ l’unica cosa che abbiamo imparato essere relativamente funzionante, soprattutto all’inizio, quando l’attacco non era così forte.
Ahimè, però non c’è luogo sulla Terra, nè interiore, nè esteriore, dove possiamo fuggire da un attacco emozionale. E come potremmo mai fuggire da una sensazione interiore? Ma di questo, se l’Infinito vorrà, parleremo un’altra volta.