Kuai – Lo Straripamento
Lo straripamento.
Decisi bisogna render nota la cosa
presso la corte del re.
Secondo Verità deve essere proclamata.
dall’esagramma Kuai, Lo Straripamento – Oracolo dell’I King
Che cosa succede quando l’acqua riempie progressivamente un recipiente? Arrivati al bordo, naturalmente, senza sforzo, semplicemente nella naturalità di ciò che sta avvenendo, l’acqua straripa e si riversa all’esterno. Si riverserà fino a quando continuerà a scorrere; non appena questo scorrere si arresterà, o verrà arrestato, il recipiente ritornerà a contenere acqua solo per sè stesso.
Lo Straripamento è esattamente il cammino più armonioso che un essere umano possa mai percorrere in direzione della piena realizzazione di sè stesso. Il recipiente è un nostro Talento, l’equipaggiamento giusto per noi che l’Infinito ci ha donato alla nascita per adempiere in Serenità, Fierezza e Umiltà al nostro unico Grande Sogno Personale. L’acqua è la nostra dedizione, la nostra Disciplina, che riempie ed alimenta il recipiente del nostro Talento di nutrimento e forza di Vita. Ed infine, al giusto tempo, l’acqua che stiamo continuamente versando nel nostro sacro recipiente strariperà oltre i suoi confini: il Talento è maturato, ed è l’inizio del meritato raccolto. Diffondiamo il nostro Talento nel mondo, lo condividiamo con naturalezza, senza inutili fanfare e senza spasmodica ricerca di approvazioni; con la semplicità di un quieto, sereno, calmo straripamento, noi restituiamo a Dio ciò che Dio ci ha chiesto di manifestare.
E Dio ripaga la nostra opera. Perchè a chi ha, sarà dato.
Lo Straripamento avviene con naturalezza. Certo, avviene nei modi e nei tempi che sono comandati dall’Infinito, non dalla fretta degli umani, e questo è esattamente uno dei motivi principali che ne arresta il suo naturale dispiegarsi. Ottenere risultati prima del giusto tempo non è l’unità di misura di un Talento maturato; l’unità di misura di un Talento maturato è la naturalezza e la Serenità con cui esso si esprime, indipendentemente dall’ascolto e dal ritorno del mondo. Se canto per farmi applaudire, il Talento non è maturo. Se canto perchè ho una bella voce e l’unica cosa che cerco è come posso farci denaro, il Talento si rivolgerà contro di me e mi chiederà il conto della mia presunzione. Se canto perchè io voglio cantare, e perchè cantare mi rende felice e mi fa stare bene, nessun essere umano avrà mai il potere ed il diritto di fermare la mia Vita ed il mio Intento di cantare. Io canterò in macchina, nel deserto, nella quiete della mia stanza e davanti a centomila persone sempre nello stesso modo. Questa è la messe che Dio ci chiede di maturare. Questa è la via dello straripamento naturale.
Straripare oltre il recipiente significa condividere liberamente ed in piena ricchezza. L’acqua si riversa in tutte le direzioni, e ritorna a beneficio, utilità e servizio della terra che torna ad accoglierla ancora. Quando un Talento si è riempito di Vita, deve essere condiviso con il mondo, altrimenti la Vita stessa lo brucerà in maree di rimpianti che non potranno mai essere cancellati. A che cosa può mai servire un Talento, se non per condividerlo e rendere il mondo migliore? Mozart non suonava in una cantina. Caravaggio non dipingeva quadri solo per appenderli a casa sua. E allora io, proprio io, che cosa sto trattenendo? Quale mio recipiente personale non sto colmando con la mia dedizione ed il mio sacro impegno? Perchè non devo riconoscere dignità ai miei sogni? Chi mi ha educato in questo modo?
Lo Straripamento è una immagine di un processo naturale che si compie in armonia. Quando il momento è giunto, lo straripamento avviene naturalmente, senza sforzo. Ma l’immagine ci comunica qualcosa di altro, qualcosa che dobbiamo sempre ricordare: esso può proseguire soltanto se nuova acqua continua ad affluire nel recipiente. Aver condotto un nostro Talento al punto di straripamento è già una grande impresa; ma se giunti a questo punto, crediamo di essere arrivati alla fine e serriamo le porte della nostra dedizione e della nostra serena Disciplina, l’acqua cesserà di straripare, e resterà immota nel recipiente. Che cosa accade, alle acque immobili? Che cosa accade, alle pozze in cui non affluisce nuova acqua? La simmetria è la stessa. Le conseguenze, le medesime.
Per questo, i maestri Zen ripetevano sempre ai loro discepoli Mi Zai, Non Ancora. Non ci sono vette finali. Non esistono mete definitive. Raggiunta una cima, eccone subito un’altra che si apre alla nostra vista. Raggiunta una veduta, ecco subito nuove terre da esplorare. Raggiunta una meta, ecco subito nuove condivisioni da esplorare, nuove possibilità da abbracciare, nuove esperienze da vivere ancora.
Non seppellire il tuo Talento nella sabbia, per poi tornare a cercarlo quando sarà stato ormai corroso e mangiato dal tempo. Tiralo fuori adesso. Alimentalo. Vivificalo. Lascialo straripare.
In nessun altro posto dell’Universo troverai mai la tua Serenità.