La danza del Viaggiatore
Il nostro corpo fisico, un veicolo potente e straordinario, da un certo momento in avanti comincia progressivamente un lento cammino di auto-imballaggio. Si imballa, si indurisce, perde la sua naturale flessibilità, a causa della quantità di credenze e convinzioni letali che piomba su di lui, e poi è costretto a portare con sè come un fardello.
Questo fardello di credenze e convinzioni letali, del tipo non ci si comporta in questo modo, o di quelle ancora più assurde nelle quali si auto-imprigionano gli esseri umani da sè stessi, del tipo a questa età queste cose non si fanno più, diventano una coperta di piombo che lentamente incapsula il corpo fisico in un insieme ben determinato di posture, oltre le quali non ci si avventura più. In genere, gli esseri umani arrivano ad un punto tale da assumere al massimo una manciata di posture fisiche nell’arco dell’intera giornata, e qualsiasi occasione o sfida giunga a spingerli lontano da queste zone di comodo, diventa una vera e propria processione di sofferenza dalla quale sono ben felici di svicolare.
La salute spirituale di un Viaggiatore ha diverse unità di misura: una di esse è la capacità fluida di poter muovere il corpo fisico liberamente al ritmo di una musica, con il minor numero di blocchi emotivo-mentali di ostacolo a questo libero movimento. Più un Viaggiatore è in grado di muoversi liberamente a livello fisico al ritmo di una musica, più blocchi emotivo-mentali sta rimuovendo dal suo Cammino, più sta disattivando la sua pericolosissima Importanza Personale. Ovviamente, questa non è l’unica unità di misura, altrimenti tutti i danzatori sarebbero illuminati; tuttavia, essa rappresenta un eccellente indicatore sul proprio stato interiore, soprattutto se siamo individui polarizzati sul Centro Emozionale, o su quello Mentale: nel qual caso, diventa un salutare e quantomai opportuno esercizio da integrare nel tessuto della nostra Vita quotidiana.
Il libero movimento a seguire una musica. La danza. Muovere il corpo fisico in modo svincolato dalle rigidità che la Personalità Automatica ci cala addosso come un maglio di ferro. Come rispondiamo ad un suono che ispira i nostri liberi movimenti? Ci sentiamo a disagio? Fuggiamo? Proviamo vergogna di esprimerci? Ci sentiamo ingessati, incapaci? Ecco una risposta che non dovremmo liquidare facilmente, e dovremmo darci con serena onestà; un’altra delle piccole cose apparentemente insignificanti che sono in grado di svelarci elementi molto importanti su di noi e sul nostro stato interiore.
Sebbene esistano numerose codifiche di come debba più o meno avvenire questo libero movimento, il fulcro che intendo evidenziare qui non giace nell’apprendimento di forme coreografate, o nella capacità di essere più o meno acrobati e più o meno flessibili. Il fulcro è permettere al nostro corpo fisico di muoversi liberamente, esattamente come può e come vuole, ad un ritmo musicale che ci ispira questo movimento. Perchè è questo che un essere umano non permette più al suo corpo fisico a partire da un certo momento in poi. Non si tratta di capriole o di slanci sulle punte. Si tratta di espressione della propria Essenza.
Come danza un Viaggiatore? Danza nel suo modo peculiare. Sceglie la sua musica, e muove il suo corpo fisico così come la musica gli suggerisce. Naturalmente, nel muoversi così, liberamente, fluidamente, «qualcosa» al suo interno comincia a temere questa Energia finalmente in movimento, comincia a temere il mutamento di Risonanza del Campo di Energia che noi siamo. E così, emergono in noi stessi frasi come ma che cosa stai facendo?, oh, mio Dio, e adesso che cos’è questa novità?, che cosa ridicola stai facendo?. Se il Viaggiatore li ascoltasse, ritornerebbe nel recinto del noto: nel recinto delle quattro posture, dove siamo tutti più sicuri, dove non ci esporremo ad una “figura” che esiste soltanto nei confini della nostra mai doma Importanza Personale.
Danzare è un potente esercizio di liberazione e di espressione della nostra Essenza. Perchè il Viaggiatore deve superare il senso di sentirsi sciocco, ridicolo, fuori luogo, che altro non è che il modo con cui la Personalità Automatica, attraverso la barriera delle emozioni, lo tiene in catene. Non c’è bisogno di danzare davanti ad un pubblico, nè di sventolare ai quattro venti questa Azione Deliberata. Chiusa la porta, inforcata la cuffia, scatenata la musica, il Viaggiatore osserva il suo corpo fisico finalmente muoversi libero, come desidera, come vuole, e dunque come gli serve in quel preciso momento. Emergono passi, movimenti, sensazioni, realizzazioni. Il suo benessere e la sua vitalità salgono. L’Energia innesca il suo movimento, il corpo fisico la segue, e il Viaggiatore non sa quale movimento accadrà subito dopo quello che sta facendo/osservando in questo preciso momento.
Danzare in questo modo è Presenza: il Viaggiatore osserva sè stesso danzare liberamente. Due elementi, non uno. Questo non frena la danza, ma anzi ne è garanzia di libertà e fluidità. Se un «io» riesce a riprendere il controllo della situazione, immediatamente il Viaggiatore se ne accorge, perchè la sua danza muta istantaneamente. Si imballa. Più o meno, ma si imballa, perde fluidità. E’ un filo di rasoio, come questo Unico Istante: Essere, o Non Essere.
Gli Sciamani nativi americani entrano in connessione con il Grande Mistero proprio attraverso la loro libera danza. I tamburi si innescano, e lo Sciamano balla, fino a quando i Regni dell’Astrale non si manifestano alla sua percezione. Se maestosi Guerrieri nativi americani ballavano alla Luna la loro gioia e la loro felicità di sentirsi Uno con il Grande Mistero, chi siamo noi per rifuggire da questa occasione? Chi siamo noi per sentirci così importanti da fuggire l’occasione di muoverci al ritmo della Vita e del nostro respiro?
Chiudiamo la porta, scegliamo la nostra musica, e lasciamo il nostro corpo fisico libero di muoversi liberamente. Quanto bene farà al nostro Viaggio. Quante cose meravigliose scopriremo di noi stessi.
“Che cosa è successo a Benigno?”
“Sta perdendo la sua presunzione. Per questo è più giovane.“