Meditazione – un approccio alla pratica – esercizio Yang
Chi ha detto che la nostra Immaginazione debba produrre soltanto cataclismi?
Eppure, nel suo stato naturale, questo è il suo efficiente e davvero funzionale comportamento. Un continuo ed inutile mulinare di fantasie involontarie che hanno persino la forma della continua autodistruzione, come grattare costantemente un muro con la carta vetrata. La mente si pensa da sè stessa, e guai a disturbarla nella sua processione; o per meglio dire, qualcosa che allo stato naturale non abbiamo, e che dobbiamo quindi alimentare e sviluppare, non ha alcuna capacità di arrestare questa processione.
La prima funzione del Veicolo Mentale che la Natura ha donato ad ogni essere umano è quella di creare Realtà; ma se questa è la sua prima funzione, ed il nostro Veicolo Mentale è intasato di detriti di inadeguatezza, indegnità, pigrizia, mantra di deprivazione, parole di paura indotta, installazioni estranee di sonnambuli che hanno trasmesso il loro morbo nelle generazioni a seguire ; se questo è lo stato del nostro Veicolo Mentale, quale Realtà stiamo generando per noi stessi? Quali azioni potremo mai mettere in pratica a seguire questi pensieri? Che cosa potrà mai ritornarci l’Infinito, a seguire questa incosciente trasmissione?
Questa non è letteratura: questa è la nostra Vita. Osserviamo la nostra Vita, e verifichiamo nei fatti come siamo stati maestri nel cristallizzare nella Materia la profezia del nostro Pensiero.
Quindi, alla Luce di questa Verità tanto semplice e ovvia da risultare un segreto, il passo successivo da percorrere, il più ovvio, il più sensato nell’ottica della nostra Evoluzione, è quello di lavorare per interrompere la processione inutile di pensieri distruttivi che tagliano alle fondamenta la nostra stessa esistenza; per poi attivare parallelamente in modo tenue, silenzioso, implacabile, invisibile all’esterno, il governo e la trasformazione della Mente in uno strumento del Potere.