L’attrito del Lavoro Interiore
La decisione di intraprendere un percorso interiore di crescita, che equivale fondamentalmente a diventare un uomo o una donna invece che restare adolescenti per decenni, non viene presa dalla Personalità. La Personalità, in questo scenario, è l’elemento passivo, resistente, non quello attivo, origine.
Per lungo tempo nel Cammino sospettiamo o crediamo che a prendere la decisione di intraprendere questo Viaggio meraviglioso di ritorno alla nostra Anima, intenso in entrambe le polarità, in cui cerchiamo di distillare il meglio della Vita da ogni possibile situazione che attraversiamo, sia stata la nostra Personalità. Ma non è così. La Personalità è la struttura psicologica che è sempre pronta a trovare milioni di motivi per ritornarsene nel recinto del conosciuto senza rischi, quindi è l’elemento di attrito, la resistenza. La pressione a creare qualcosa di splendidamente superiore laddove prima non c’era nulla è una Forza Attiva che ha origine da altri piani. E’ una pressione che arriva dall’alto, non una ventata che origina dal basso.
Per lunghi anni all’inizio del Cammino, la Personalità intercetta questa pressione e tenta in ogni modo di portarla a suo vantaggio, perchè teme in modo incommensurabile qualsiasi cosa minacci la sua supremazia. Dato che questa pressione non può essere cancellata, la Personalità adotta una strategia intelligentissima: tenta di portarla a sè per perpetuare il suo dominio. Nei primi quattro/sei anni di Lavoro, che spesso viene compiuto in assoluta indipendenza lontano da Guide che possano mettere in guardia o mostrare questi aspetti, la Personalità adotta diverse strategie per catturare ai suoi scopi la pressione del Ritorno alla Verità dell’Anima che origina dai Piani Superiori.
Una delle strategie più potenti che adotta è l’autoconvincimento di sentirsi l’unic@ nel giusto in mezzo a miliardi di sbagliati. Questo passaggio origina dall’incapacità della Personalità Automatica nel gestire la pressione di Anima in modo non-duale, unita alla sua meccanica tendenza al giudizio presuntivo. Un convincimento di questo genere porta all’Importanza Personale, ovvero il sentirsi migliori e superiori alla presunta marmaglia che ci circonda, come se soltanto noi nel mondo percepissimo questa Forza di Risveglio; un atteggiamento pericolosissimo, perchè chiude le nostre porte percettive e ci condanna alla competizione e alla solitudine, ovvero l’opposto dei profondi scopi per cui Anima preme sulla Personalità.
Naturalmente, l’Importanza Personale ingenera una enorme quantità di sofferenza interiore, per diverse ragioni. Prima di tutto, essa è carburante continuo di pensieri di odio, di astio, di critica, di giudizio presuntivo di superiorità sugli altri, che diventano invisibili alla nostra Coscienza eppure sempre attivi e dalle conseguenze nefaste per il nostro stato interiore. Poi, perchè l’Importanza Personale diventa elemento sempre più attivo nel concorrere a generare l’Emanazione Fondamentale di un essere umano: con la conseguenza che gli altri esseri umani iniziano più o meno consciamente a percepire questa presunzione, questo senso di superiorità inutile ed immotivato, e conseguentemente si allontanano.
Inoltre, la Vita si incarica costantemente di annullarci questa sciocchezza illusoria in ogni modo. Ci toglie sicurezze, cambia situazioni, relazioni, scenari, e spesso ci conduce in luoghi in cui emerge con chiarezza che il nostro senso di Importanza Personale non ha alcun potere e alcun fondamento reale di esistere. La Vita non è malvagia, per questo. Non si diverte a generarci sofferenza in modo deliberato. E’ semplicemente la Vita, ovvero la Verità. Siamo noi che con il nostro atteggiamento interiore interpretiamo la Vita come lesiva della nostra presunta importanza e superiorità sul mondo: ma si tratta soltanto di una interpretazione, di un parere, di una opinione che la Personalità ha di sè stessa e di come dovrebbe andare il mondo per lei.
Il contrasto tra la pressione di Anima e la resistenza della Personalità è l’attrito del Lavoro Interiore. Uno degli scopi fondamentali di un Sistema di Crescita Personale che integri in sè stesso una struttura, un metodo e una serie di Discipline è quello di non permettere a questo attrito di arrestare il nostro Cammino. Funzionalmente, si tratta di oliare il percorso, sgomberarlo dagli ostacoli inutili, rimuovere quello che non serve, in modo tale da facilitare il più possibile il compimento di quello che è stato comandato su Piani di molto superiori all’ordinario teatro dell’assurdo immortale in cui viviamo: ricondurre i Veicoli Inferiori ad essere strumento impeccabile al servizio di Anima.
Un essere umano può compiere una lunga parte di Cammino anche da solo a sè stesso. Ma arriva un certo momento in cui l’attrito del Lavoro Interiore si fa molto forte; ovvero, la Personalità non riesce più ad occultare la pressione di Anima, e non riesce più a ricondurre ai suoi scopi terrestri questa pressione. In quel punto, in genere, un essere umano si ritira, perchè l’attrito di queste due Forze genera una Sofferenza di Trasmutazione, che si esprime nel suo corpo in emozioni di disagio, di tensione, ma anche di rabbia, di profonda paura, o di vuota accidia.
Naturalmente, il ritirarsi è soltanto una fuga momentanea, perchè la pressione di Anima non scompare, e ci riporterà inevitabilmente nella medesima situazione, espressa in altra forma. E’ importante quindi divenire coscienti del fatto energetico che la Forza Attiva Anima e la Forza Passiva Personalità ingenerano un attrito di emozione nella loro interazione. Non si può separare il Lavoro Interiore da questo attrito, ed invero non è neanche necessario farlo. Dobbiamo considerarlo parte integrante dello scenario, non eludibile, e prepararci serenamente alla sua comparsa ed esistenza. La Personalità non lascerà mai il campo di buon ordine; lotterà fino alla fine con ogni mezzo per convincerci che sì, sono tutte fesserie, l’unica cosa importante è quello che so e che conosco da sempre, e i miei obiettivi solo·per·me·stess@.
Esiste soltanto un modo per superare il rimbalzo Cammino/attrito/ritirarsi/ricominciare : attraversare attrito senza più fuggire, per tutto il tempo che sarà necessario. Non ne esistono altri.
Ma per riuscirci, nello scenario deve comparire una Terza Forza che rompa lo stallo a vantaggio della pressione di Anima. Altrimenti, è impossibile.
Come gestiamo l’attrito causato dal Lavoro Interiore?
Quando nella nostra Vita il Lavoro su noi stessi ci ha condotti a percepire un attrito interiore di una certa intensità, quale emozione abbiamo sentito? La rabbia? La paura? L’accidia? Che schema abbiamo conseguentemente messo in atto? La ribellione contro qualcosa/qualcuno? La fuga in altre (iper)attività? O altro?
Dopo aver messo in atto questo schema, che cosa è successo?
Si tratta di uno schema ripetitivo, che si è presentato più volte nel corso della nostra Vita? In quali occasioni?
Scrivere nel dettaglio sul proprio Diario, in Verità e Coscienza. Una volta riconosciuta a noi stessi l’emozione di attrito e lo schema con cui la fuggiamo, e una volta scritto tutto nero su bianco, ci risulterà sempre più facile smettere di mettere in atto questo schema, e conseguentemente aprirci all’influsso di una Terza Forza aiutante che permetta alla pressione di Anima di operare per la nostra Crescita Personale – anche in presenza dell’emozione di attrito.